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  • 'Crazy for Football': quando il calcio cura i disturbi psichici

    'Crazy for Football': quando il calcio cura i disturbi psichici

    Il calcio può essere una medicina: le emozioni che trasmette, il senso di appagamento coronato dal raggiungimento di risultati importanti, la fatica e l'adrenalina, il fatto che chiunque possa praticarlo sono tutti fattori che possono migliorare la vita anche di chi è affetto da disturbi psichici, tanto da contribuire alla guarigione e al reinserimento nella società. Il calcio come svago dunque, per aiutare il paziente a ricominciare a vivere con gli altri. 

    UNA STORIA DI CALCIO E DI VITA - "Crazy for Football" è un documentario di Volfango De Biasi relativo proprio al calcio come aiuto per la guarigione dei disturbi psichici: distribuito da Istituto Luce Cinecittà, è stata una vera e propria sorpresa all'ultima edizione della Festa del Cinema di Roma ed è stato promosso in un video anche da Francesco Totti. Narra la storia di quattro amici, quattro professionisti - l'allenatore Enrico Zanchini, l'ex campione mondiale di boxer e preparatore atletico Vincenzo Cantatore, lo psichiatra e direttore sportivo Santo Rullo e lo stesso regista - che si sono impegnati per formare la prima nazionale di calcio dei pazienti psichiatrici e farla partecipare al primo campionato del mondo a Osaka, in Giappone. 

    I PROSSIMI OBIETTIVI - Ecco le parole del dottor Rullo: "L'incontro sul campo di gioco garantisce un riavvicinamento tra il paziente e il suo quartiere, abbattendo le differenze tra i "sani" e i "malati". Quelle persone che in qualche modo hanno smesso di rispettare le regole fuori dal campo, riescono però con facilità a seguire ed accettare le regole del calcio, e questo apre la strada a un completo recupero sociale.  primi risultati, basati sull'esperienza di una trentina di squadre, spesso allenate direttamente dai loro medici e gestite dalle varie Asl, erano assai incoraggianti facendo abbassare drasticamente la percentuale di ricoveri. Nel calcio si sono sentiti tutti uguali, sono tornati ad essere vivi riprendendo quell'elemento emotivo di quando non erano malati". I prossimi obiettivi sono trovare i soldi per organizzare il Mondiale 2018 in Italia e vincere il David di Donatello come Miglior Documentario il prossimo 27 marzo. 

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