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  • Crisi Palermo:| Le cinque domande chiave
Crisi Palermo:| Le cinque domande chiave

Crisi Palermo:| Le cinque domande chiave

  • D.V.

1. Molti si chiedono perché tutte le volte, a fine gara, Zamparini sbotti irritato per le scelte dell'allenatore: accanimento oppure onesta analisi del match?
Il patron è il primo tifoso della squadra. Ha a cuore il problema dei gol al passivo, vorrebbe solo bearsi delle prodezze dei suoi attaccanti e non amareggiarsi per quelle degli avversari. L'obiettivo è tenere tutti sulla corda, in primo luogo Rossi. Le sue critiche hanno fondamento, lo dicono i numeri: sui toni accesi si potrà pure discettare. Ma il proprietario del Palermo ha voluto pure dimostrare a tutti, giornalisti compresi, non solo di avere ragione sul tema della difesa vulnerabile ma anche di non essere affatto insolente o incontentabile: lui ritiene di capire di calcio e ne vuole discutere in piazza. Che piaccia o no.

2. Ma Delio Rossi (che secondo parte dei tifosi risulterebbe addirittura vessato dalle continue critiche del presidente) dovrebbe dimettersi?

No, sarebbe un grave errore. Il tecnico ha meriti enormi, ha valorizzato talenti alla prima esperienza in Italia (domenica in campo due debuttanti quali Kurtic e Acquah) ed elementi più esperti, ma è stato anche messo nelle condizioni di lavorare con un organico di livello, seppur giovane, che gestisce in piena autonomia. L'esperienza non gli fa difetto e sa bene come le migliori risposte si diano sul campo. La nostra impressione è che a giugno andrà via.

3. La vulnerabilità della difesa origina dall'inadeguatezza degli uomini, dall'inesperienza di alcuni singoli o piuttosto da una questione più di equilibri?

Sul fatto che il Palermo abbia la terza peggior difesa del campionato, c'è poco da dire: 35 gol al passivo dopo 25 giornate, appena dietro Bari (39) e Lecce (46). È un dato allarmante. Chi sostiene la tesi dell'inesperienza dei difensori, sbaglia: Cassani, Bovo e Balzaretti hanno lunga militanza in Serie A e sono ormai nel giro della Nazionale da mesi. Gli errori individuali di posizione sui calci piazzati (15esima rete subita da calcio d'angolo il 2-2 contro la Fiorentina) meritano una riflessione a parte. E Rossi da oggi tornerà a lavorarci. Ma, come dice lo stesso allenatore, il Palermo è squadra d'attacco, più incline a offendere che a difendere. Una sorta di coperta corta a volte: alla prima falla a centrocampo si crea un effetto domino in difesa.

4. Meglio Munoz o Andelkovic accanto a Bovo?

L'argentino è apparso in chiara difficoltà nel ruolo di terzino destro. Al centro lotta con tempismo, è giovane e ha margini di miglioramento, ma non è certo il Kjaer dei giorni migliori. Anche Andelkovic ha sofferto in queste prime apparizioni, però i suoi centimetri potranno risultare importanti per risolvere mischie in area, specie sui cross da piazzato e non.

5. Il Palermo ha la terz'ultima peggior difesa, ma il miglior attacco della A con 44 reti come Milan e Inter. Come si spiega?
Bella contraddizione. Ma i conti tornano se si considera che dei 44 gol ben 25 sono stati realizzati da centrocampisti, i più avanzati Pastore e Ilicic (18) e i più arretrati Nocerino, Migliaccio e Bacinovic. La squadra gioca a trazione anteriore: a volte, si scopre.

(La Gazzetta dello Sport - Edizione Sicilia)


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