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  • Critiche, drammi personali e non solo: chi è Coltescu, l'arbitro nella bufera che prova a difendersi: 'Non sono razzista!'

    Critiche, drammi personali e non solo: chi è Coltescu, l'arbitro nella bufera che prova a difendersi: 'Non sono razzista!'

    • Luca Fazzini
    Una frase, forse un equivoco, che ha scatenato una bufera mondiale. Non può essere altrimenti, specie se si pensa all'imponente campagna anti-razzismo promossa dall'Uefa negli ultimi anni. Il negru pronunciato ieri da Sebastian Coltescu in Psg-Istanbul Basaksehir riapre una piaga, quella del razzismo, mai veramente chiusa nonostante i forti tentativi del calcio europeo. Lo stesso Coltescu, intanto, parla a Prosport, provando a difendersi: "Sto cercando solo di restare calmo. Non leggerò nessun sito o giornale in questi giorni. Chiunque mi conosce sa che non sono razzista! Almeno, questo spero". 

    BUFERA IN PATRIA - Argomento delicato, fatti da analizzare e chiarire con calma e certezza. Lo sta facendo la Uefa, che ha aperto un'indagine. Anche per questo, come annunciato tramite un comunicato, la Federazione rumena aspetta a prendere provvedimenti, ma ha denunciato l'episodio: "Ferma condanna verso ogni atto o azione a fondo razzista e xenofobo". La polemica non si ferma. In patria, l'ex arbitro Adrian Poromboiu lo attacca senza mezzi termini: "L'intera sua carriera è piena di momenti bui. Puoi avere talento, ma fosse solo per questo potrebbe dedicarsi ad altro come musica o ballo. A un arbitro è concesso fare errori, ma non c'è partita in cui lui non condizioni il risultato finale". Più cauto, invece, il commento di Adrian Mutu: "Onestamente, penso sia stato un evento sfortunato. Ha scelto la parola sbagliata in un momento importante. Mi dispiace che un nostro rumeno sia in uno scandalo così con connotazioni incredibili".

    IL PERSONAGGIO - Ma chi è Sebastian Coltescu? Nato a Craiova nel 1977, ha arbitrato 364 partite, di cui 273 nel massimo campionato rumeno. In carriera è stato protagonista anche di 9 partite tra Champions ed Europa League, oltre a sette sfide delle Nazionali. In questa stagione aveva diretto Siroki Brijeg-Kairat Almaty (primo turno di Europa League), Atlético-Galatasaray di Youth League, oltre a essere stato quarto uomo in Shakhtar-Real Madrid. 

    QUANTI OSTACOLI - Oltre duemila cartellini sventolati in carriera e un percorso pieno di ostacoli. Che, nel day-after dell'episodio che gli cambierà la vita, riemergono in maniera cinica e spietata sulla stampa rumena. A partire dal tentativo di suicidio del 2008, motivato da delusioni amorose e invidie professionali: nell'ottobre di dodici anni fa tentò di buttarsi dal tetto di un edificio a 10 metri dal terreno. E poi le tante partite discusse, a partire da quel Brasov-Gaz Metan del 2013, con sei espulsioni e una reazione particolare verso Sergiu Muth. Il calciatore, che protestava per una decisione, venne calmato dallo stesso Coltescu, che lo prese per il collo. Altro esempio è Astra-Steaua Bucarest del 2015, con una mancata espulsione e tre gol annullati agli ospiti (ko per 3-0), in una gara che fece parecchio discutere. Fino alla realtà odierna, con l'incubo dei mesi recenti caratterizzati dal secondo divorzio e dalla morte di entrambi i genitori. Errori, scheletri nell'armadio e tragedie che oggi riemergono in una fortissima gogna mediatica dopo un episodio da dimenticare al più presto. 

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