Crotonemania: la nuova tela dell'Uomo Ragno
COME A CATANIA. Dopo tanto tempo, dunque, ci siamo divertiti, rischiando il giusto. Dopo le ultime brutte figure con Genoa e Udinese lo Scida è tonato ha essere la solida pietra su cui edificare la salvezza e giocare a calcio. Esatto, ieri, finalmente, gli squali hanno giocato a calcio: briosi, sciolti, senza timore di sbagliare la giocata. Un po’ come quel Catania che Zenga allenò e traghettò tranquillamente alla salvezza tra il 2007 e il 2009: un progetto tecnico affascinante, contraddistinto dai colpi di Beppe Mascara e del malaka Martinez, dalle reti di Spinesi e Morimoto e dalla solidità difensiva di un giovane Matìas Silvestre. Di quegli anni ricordiamo anche le innovazioni, firmate Gianni Vio, su palle inattive: la doppia barriera in fuori gioco, con annesso pantaloncino abbassato a lasciar scoperto il posteriore di Plasmati per distrarre Sereni, allora portiere del Torino, passò alla storia per originalità ed efficacia, visto che in quell’occasione il Catania segnò. E proprio di questo c’è bisogno a Crotone: sperimentazione e audacia. Mantenere la categoria provando a fare qualcosa di diverso rispetto agli altri e rispetto al passato. Del trip emotivo “nicoliano” ormai non resta che qualche svogliata carezza.