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Crotonemania: Nicola non entusiasma la piazza

Crotonemania: Nicola non entusiasma la piazza

  • Michele Santoro
Davide Nicola guiderà il Crotone in serie A. La notizia ormai è ufficiale da alcuni giorni, ma nonostante ciò non ci si riesce ad abituarsi del tutto. Il presidente Vrenna dopo i rifiuti incassati, nell'ordine, da De Zerbi, Di Biagio e Grosso ha fatto ricadere la scelta sull'ex di Livorno e Bari sorprendendo l'intero ambiente. E' inutile negare come, al momento, un profondo scetticismo monopolizzi l'umore della tifoseria e della città. La decisione di affidare una neopromossa che inevitabilmente condurrà un mercato da neopromossa, ad un tecnico che al suo primo ed unico anno di A ha registrato un esonero, pare alquanto azzardata. Il numero uno calabrese è stato chiaro al momento dell'ufficializzazione di Nicola: "E' stata una scelta ponderata anche perché fa lo stesso tipo di gioco di Ivan Juric. E' il profilo migliore per puntare alla salvezza". Ma può essere questa la discriminante decisiva per un passo di tale peso nell'economia di una stagione? E' vero, anche Juric quando fu chiamato a guidare il Crotone lo scorso anno era reduce da un anonimo campionato di Lega Pro col Mantova concluso a metà classifica.

Quello che è sembrato mancare in questa circostanza al duo Vrenna-Ursino è quella "visionaria pazzia" che li ha portati nel tempo a inanellare successi incredibili. L'impressione forte è che il nome di Nicola sia più naturale conseguenza dei rifiuti altrui che di un reale e sentito interessamento verso il tecnico torinese; in più, il solo anno di contratto che legherà le due parti testimonia come non ci sia la volontà di aprire un ciclo. Nel DNA della società calabrese c’è sempre stata la grande capacità di impressionare con progetti affascinanti: fu così fin dagli esordi a fine anni ‘90 della famiglia Vrenna, quando con Cuccureddu in panchina si raggiunse il record di punti in C1 e il primo, incredibile, approdo in serie cadetta; fu così poi con Gasperini, con Drago e, infine, con lo stesso Juric. Se la parola d'ordine per il prossimo campionato di A dovrà essere "stupire", allora perchè non puntare su gente nuova in grado di portare idee diverse dal passato, anche non convenzionali? Gennaro Gattuso, grande artefice del ritorno in B del Pisa e calabrese verace, avrebbe saputo sicuramente accendere gli animi del tifo rossoblù e rompere con la tradizione, con buona pace del dogmatismo tattico.

Di certo, la marcia di avvicinamento alla prima, storica, stagione in massima serie non è serena come ci si poteva aspettare: i ritardi nei lavori per l'adeguamento dello Scida e la conseguente indecisione su dove affrontare le gare iniziali del prossimo campionato di A, scelta poi ricaduta su Pescara, sono sintomatici di una realtà che deve ancora abituarsi all'idea di essere entrata nell'elitè del calcio italiano. Come sempre, alla fine, sarà il campo ad emettere l'insindacabile verdetto finale che, speriamo, ci dia torto.

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