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  • Crotonemania: sognare è stato bello

    Crotonemania: sognare è stato bello

    • Michele Santoro
    BICCHIERE MEZZO PIENO. La resistenza di Fort Apache dura 52 minuti. Tanti i giri di orologio che hanno alimentato in tutti i supporters pitagorici la folle idea di uscire indenni dallo Stadium, impresa riuscita solo a un pugno di squadre. Il faccione inquietante di Mandzukic (sempre a segno contro gli squali​) ci ha fatti sobbalzare dal letto, come un orco che rovina un bel sogno, ristabilendo il naturale allineamento tra pianeti. Non devono, e non possono, essere queste le partite su cui costruire una salvezza, anche se è legittimo provarci sempre. I rossoblù, in effetti, hanno provato a difendersi con ordine, a cercare di muoversi con raziocinio, imbastendo anche qualche timida manovra, poi la Juve ha fatto la Juve e la differenza è emersa in tutta la sua crudezza. La spiacevole sensazione, però, è che le fatiche di Champions abbiano pesato più della reale organizzazione di gioco crotonese sull’iniziale torpore juventino; poi guardo la classifica e penso che, in fin dei conti, questo match sia capitato al momento giusto. Verona e Genoa hanno rosicchiato qualcosa, certo, ma Cagliari, Sassuolo, Spal e Udinese stanno sempre là. Tra una settimana allo Scida di scena ci saranno proprio i friulani, e questa volta il bianconero degli avversari non potrà proprio essere un alibi.

    INTERMEZZO NOIOSO. Prima, però, spazio alla Coppa Italia. Ve la ricordate vero? Opportunità per alcuni, distrazione per altri; la verità, come sempre, sta nel mezzo. Bello potersi crogiolare nell’idea di avanzare nella competizione considerando, però, che dagli ottavi scendono in campo le big: nel caso di Genoa e Crotone, che si sfideranno giovedì sera al Marassi, la Juve. Per i calabresi, in teoria, l’occasione per due immediate “rivincite” anche alla luce della sconfitta contro i liguri di settimana scorsa; in pratica, la possibilità di vedere all’opera gente come Cabrera, Faraoni, Crociata e Romero, scrutati poco e niente in questa prima fase di stagione. Un piatto povero, ma che dico, poverissimo, frutto del noioso format del torneo: una Coppa Italia in stile FA Cup, senza teste di serie e con accoppiamenti completamente casuali tra le tutte le squadre iscritte alla Federazione Calcio, con la possibilità di vedere impegnate le corazzate della A su sparuti campi di provincia delle leghe minori, infonderebbe suggestione e riattizzerebbe di molto il rapporto dei tifosi con la manifestazione. 
     

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