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Crotonemania: un 2016 sulle montagne russe
Ma quando un cielo bello arriva al culmine è seguito dal maltempo; e così è stato anche per gli “squali”, che avrebbero immaginato un’estate un tantino più serena rispetto a quella appena trascorsa. Le incomprensioni tra i vertici societari e l’allenatore, con l’addio non privo di polemiche di quest’ultimo; un mercato difficile e la scelta non condivisa dalla piazza di Nicola come tecnico; la fastidiosa e interminabile querelle per l’agibilità dello stadio “Ezio Scida” e lo scarso rendimento nella prima parte di campionato. In mezzo, le dimissioni di Sasà Gualtieri e gli strascichi polemici con le alte schiere manageriali, non ancora del tutto sopiti. Una seconda metà di 2016 maledetta che pian piano ha fatto assumere al sogno i connotati dell’incubo. In quest’alternarsi di scivoloni e cadute, la prima vittoria in A contro il Chievo, finalmente tra le mura amiche, e tante ottime prestazioni, anche contro le big, che hanno portato i pitagorici a lasciare l’ultimo posto in classifica e a rimandare i verdetti salvezza all’anno che verrà.
Per tenere vivo l’obiettivo quindi, Ursino&co. dovranno avere molta fantasia durante il mercato di rafforzamento, visto che di soldi ce ne sono pochi. Babacar, Djordjevic e Biabiany sono, e resteranno, bellissime suggestioni che mal si sposano con i conti societari; più percorribili le strade che portano al cesenate Garritano e al cavallo di ritorno Budimir, poco considerato da Giampaolo in blucerchiato. Vive anche le ipotesi del romanista Gerson, desideroso di mettere in mostra le sue qualità, e Diego Fabbrini, che si rivedrebbe in massima serie dopo 5 anni d’esilio nella Championship inglese. Non solo attacco e centrocampo: l’uomo su cui si punta per risollevare l’andamento della quarta peggior difesa di A sarebbe Luka Krajnc, di proprietà del Cagliari ma in prestito alla Sampdoria. Staremo a vedere, le strade del mercato sono infinite.
Dopo un 2016 da rafting sul Niagara, l’augurio è quello di passare un 2017 più tranquillo e meno movimentato, anche se è forte la sensazione di dover tenere allacciate le cinture ancora per un bel po', perché il giro sulle Kingda Ka non è ancora concluso.