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  • Da Agnelli alle assoluzioni di Avellino e Catanzaro, Pecoraro è sotto assedio. Ma spunta il giallo del cd sparito

    Da Agnelli alle assoluzioni di Avellino e Catanzaro, Pecoraro è sotto assedio. Ma spunta il giallo del cd sparito

    L'incredibile vicenda del processo Money Gate, un presunto caso di combine nel 2013 che aveva coinvolto Avellino e Catanzaro, si arricchisce di un nuovo clamoroso capitolo. La Procura Federale guidata da Giuseppe Pecoraro aveva ipotizzato un illecito sportivo (con responsabilità diretta e oggettiva) delle due società chiedendo la retrocessione nei rispettivi campionati e punti di penalizzazione, ma nella giornata di martedì il Tribunale Nazionale Federale ha emesso un verdetto sorprendente, in particolare per quanto attiene alle motivazioni. Il presidente del Catanzaro Cosentino, quello dell'Avellino Taccone e i due ds Ortoli e De Vito, che figuravano tra gli indagati, sono stati prosciolti con formula piena, a causa della "assoluta carenza probatoria" da parte della Procura Federale.

    In parole povere, il gruppo lavoro di Pecoraro non avrebbe prodotto tutti gli atti relativi all'indagine penale, ossia intercettazioni, ordinanze di custodia cautelare, perizie, rendendo di fatto vuoto il provvedimento di deferimento nei confronti dei club coinvolti. Un atto d'accusa gravissima nei confronti del lavoro della Procura Federale, che però non ci sta ed è già passata al contrattacco. Secondo la ricostruzione del quotidiano La Repubblica, gli allegati in questione erano stati raccolti eccome da chi ha lavorato al procedimento, ma il cd contenente questi documenti sarebbe misteriosamente sparito dal fascicolo poco prima che fosse consegnato alla segreteria del Tribunale. Una situazione poco chiara e incredibile, che porterà inevitabilmente all'apertura di un'indagine in seno alla Procura per capire come possa essere accaduto tutto ciò.

    Oltre a questo, Pecoraro è rimasto quanto meno perplesso dal comportamento del Tribunale, che avrebbe potuto segnalare tempestivamente l'assenza dei documenti necessari ed evitare alla Procura Federale la brutta figura che ne è poi seguita. Un episodio che non contribuirà certamente a rasserenare i rapporti tra le due istituzioni, in conflitto da tempo e che anche nei giorni scorsi si sono fronteggiati sul procedimento nei confronti della Juventus e del suo presidente Andrea Agnelli in merito ai presunti legami con esponenti del tifo organizzato in odore di 'ndrangheta. La scelta del Tribunale di accorciare i tempi di inibizione del numero 1 bianconero, sostituendola con una multa, non ha fatto certo piacere a chi come Pecoraro si era battuto in aula per una sanzione molto più pesante nei confronti di Agnelli.

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