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  • Da Boniperti a Platini e Del Piero, da Moratti a Zeman e Lotito: la storia e i nemici della Juventus VOTA

    Da Boniperti a Platini e Del Piero, da Moratti a Zeman e Lotito: la storia e i nemici della Juventus VOTA

    • Marcello Chirico
      Marcello Chirico
    STORIA JUVE

    Quelli che hanno fatto la storia:  Boniperti, G.Agnelli, Platini, Furino, Zoff, Scirea, Trapattoni, Lippi, Del Piero, Buffon, A.Agnelli 

    In oltre un secolo di Juventus non è facile individuare i principali protagonisti di una storia lunga 123 anni e ancora in divenire. Gli attori sono migliaia, tanti quelli che hanno lasciato un segno indelebile e significativo , ognuno nella propria epoca di militanza juventina.  Cominciando da quei giovani pionieri del liceo Massimo D’Azeglio, senza i quali non sarebbe accaduto tutto ciò che è venuto dopo. Loro sono stati le fondamenta, poi ci sono i pilastri su cui poggia l’intero architrave bianconero. 

    Il pilastro principale è quello della famiglia Agnelli, prossima a festeggiare anch’essa il centenario di questo connubio indissolubile iniziato negli anni ’20 e la figura  dell’ Avvocato Gianni sintetizza nel modo migliore la radicata juventinità in ogni componente della dinastia. È lui l’icona dello juventino doc. Il nipote Andrea ha raccolto il testimone della presidenza nel 2010 ed è stato l’uomo della  rinascita post Calciopoli.  

    Anche se il Presidentissimo, colui che ha vinto tutto, resta (per ora) Giampiero Boniperti, che da calciatore – insieme a Sivori e Charles – fece innamorare di Madama milioni d’italiani. La fidanzata d’Italia,la chiamavano. Lui costruì la Juve dei giovani, quella con Anastasi e Bettega ma anche con un leone in mezzo al campo che si chiamava Beppe Furino, poi inossidabile capitano della squadra dal 1976 all’83 . L’importanza di questo piccolo ma arcigno palermitano lo attesta il suo curriculum: 15 anni di Juve, 8 scudetti , 2 Coppe Italia e 1 Uefa.  

    Sempre Boniperti portò alla Juve Michel Platini, Le Roi, tre palloni d’oro di fila tutti conquistati con addosso la numero 10 bianconera. Con lui, ma anche prima di lui, giocarono altre 2 pietre miliari della storia a strisce bianconere: Dino Zoff, oltre 300 partite a difesa della porta juventina, e Gaetano Scirea. Entrambi capitani, entrambi campioni del mondo, entrambi professionisti esemplari e autentici top-player nei loro ruoli.

    Artefici di Juventus pluri-vincenti furono pure un paio di indimenticabili allenatori, a dimostrazione di quanto sia importante una buona guida tecnica per migliorare una squadra:  Giovanni Trapattoni, per tutti il Trap, il primo a dare caratura internazionale alla Juventus, e Marcello Lippi, in grado di ridarle prestigio nazionale dopo 9 anni di assenza dall’albo d’oro e trasmetterle una mentalità vincente in Europa abbinandola ad un gioco spettacolare. 

    Infine altri 2 capitani storici. Alessandro Del Piero, eccelso talento scoperto pure lui da Boniperti , con  290 reti distribuite nei suoi 19 anni in bianconero,durante i  quali ha incarnato la juventinità nella sua massima espressione, dentro e fuori dal campo. Eppoi Gianluigi Buffon, il SuperGigi nazionale, il portiere del Millennio, talmente affezionato alla Juve da seguirla - come Del Piero -  pure in Serie B. 


    I NEMICI DELLA JUVE 

    I nemici:  Moratti, Mourinho, Materazzi, G.Simoni, Totti, P. Pulici, Galliani, D.Viola, Lotito, Zeman, ADL, la curva Fiesole.

    Tanti nemici, tanto onore. In questo senso la Juventus non si è fatta di certo mancare nulla nei suoi 123 anni di storia , soprattutto in Italia dove di nemici livorosi e impestati  ne raccoglie a grappoli dappertutto. Chi non la tifa, la detesta. “Chiedersi il perché” rilanciano i tifosi delle altre squadre, ma la risposta è semplice: invidia. La Juve vince troppo e allora genera sospetti , spesso infondati. 

    Tipo quelli espressi pubblicamente negli anni ’90 da Zeman, in merito a masse muscolari e resistenza fisica dei giocatori juventini, al punto  da mandare il club bianconero a processo per doping, chiusosi però con l’assoluzione della società. 

    Pur di non ammetterne la superiorità, si preferisce pensare che la Juve venga favorita dagli arbitri. L’alibi perfetto. Smentito pure dai processi di Calciopoli, con tutti gli arbitri assolti (meno uno) e le tante accuse incapaci di provare un solo illecito commesso in campo da Madama (leggi, partite manipolate). Eppure la FIGC non ci vuole sentire di riaprire il processo sportivo. Nonostante  le intercettazioni abbiano rivelato che a chiedere trattamenti di favore agli ex designatori arbitrali furono altri.

    Vedi l’Inter di Massimo Moratti, tra i principali accusatori della Juve negli anni in cui fu patron della Beneamata: sostenitore ad oltranza dell’onestà interista, accettò e festeggiò nel 2006 uno scudetto assegnatogli a tavolino, nonostante  in quel campionato la sua squadra si fosse classificata terza a 15 punti di distanza dalla Juve, poi retrocessa. Poi ci furono lo smoking bianco indossato da Materazzi e il continuo veleno  schizzato da Mourinho.  E a 22 anni di distanza, l’ex allenatore nerazzurro Gigi Simoni continua a reclamare pure lo scudetto del ’98 . Ditemi, come fa uno juventino a non detestare l’Inter? 

    Non che i loro cugini milanisti siano meno antipatici, e con Adriano Galliani hanno avuto per anni il loro principale pungolatore della Juventus, sebbene non siano mancate aspre polemiche già ai tempi di Rivera. Ancora oggi la Milano rossonera rivendica  4 scudetti (72/73, 2004/05, 2005/06, 2010/11) sottrattegli – sostengono - con la frode dalla Juventus. Alla faccia della sportività!

    Con la tesi dei campionati falsati sempre e solo a beneficio della Juventus hanno fatto riempire, per anni , pagine di giornali  oltre a fornire materiale alle trasmissioni tv pure la Roma di Dino Viola, col famoso gol (in fuorigioco) annullato a Turone,  e quella di Francesco Totti, convinto assertore del doppio pesismo arbitrale. Tesi avallata spesso pure da Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, città dove l’odio verso la Juve è radicato già da quando al posto di ADL c’era Ferlaino. 

    Non meno ostile a tutto ciò che è gobbo è Firenze, la cui antijuventinità è espressa  in modo fin troppo radicale da una curva Fiesole che spesso usa come bersagli persino i morti dell’Heysel e il compianto Gaetano Scirea.  

    Un rapporto  idilliaco non esiste di certo neppure a Torino coi cugini granata e la Maratona, il cui tremendismo associato ad un profondo antigobbismo sono stati portati in campo da Paolino Pulici, prima, e da Marco Ferrante, poi. 

    Nel novero dei “nemici” non possono , da ultimi, essere esclusi pure il presidente della Lazio Lotito e il suo fedele portavoce Diaconale, i quali con le loro continue esternazioni stanno scalando posizioni nella classifica degli anti-Juve.


       

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