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  • Da Higuain a Albiol e Sarri: gli eccessi di De Laurentiis fanno male al suo Napoli

    Da Higuain a Albiol e Sarri: gli eccessi di De Laurentiis fanno male al suo Napoli

    • Andrea Sereni
    Le storie d’amore spesso finiscono male. Quando c’è passione, è difficile che ci si possa lasciar con un mazzo di fiori in mano. Aurelio De Laurentiis vive in modo viscerale ogni rapporto. Il presidente del Napoli non ha vie di mezzo, ripudia ogni tipo di mediazione verbale. E’ sempre stato così, da quando è sbarcato dal cinema al calcio.

    Dichiarazioni d’amore, lodi a profusione, sorrisi e brindisi. Iniziano sempre così i rapporti personali (nel mondo del calcio) di De Laurentiis, per poi finire, quasi sempre almeno, con frecciate più o meno aspre, sempre dure. Sarri, da lui scelto e difeso i primi tempi, dallo scorso settembre è “un comunista che basava tutto sul denaro” e, novità degli ultimi giorni: “Tuta, bestemmie e urla”.

    Raul Albiol, muro portante della squadra negli ultimi 6 anni, 234 presenze, sempre retto, orgoglioso, cittadino acquisito, comunica alla società di voler chiudere la carriera a pochi passi da casa, in Spagna. Piuttosto che ringraziarlo, elogiarne l’attaccamento alla maglia, i comportamenti mai fuori posto, la leadership e la guida per il gruppo, De Laurentiis ha pensato bene di aggredire persino lui: “Anche in virtù della sua tenera età, se vuole andare via mi fa solo una cortesia”. Lo spagnolo non meritava queste parole, la gratitudine deve essere un valore, anche in questo frenetico e ingrato mondo (e Totti ne sa qualcosa).

    De Laurentiis cade sempre nelle stesse contraddizioni. In una lite, qualunque essa sia, non necessariamente c’è un giusto e uno sbagliato, una ragione e un torto: le colpe, sempre, sono da dividere in parti uguali. Certo, fa specie notare come dopo ogni addio di peso il presidente del Napoli parta sempre in quarta.

    Con Higuain lo scambio verbale seguito al clamoroso trasferimento alla Juve dell'estate 2016 è stato particolare. L'argentino lo ha spesso utilizzato come capro espiatorio, un bersaglio facile su cui scaricare colpe non necessariamente sue: "Vado via? Colpa del presidente. Mi ha spinto a fare questa scelta: non sarei rimasto un minuto in più a Napoli". De Laurentiis non si è fatto pregare: "E' una persona falsa, non ha vergogna. Non prenda in giro i napoletani".

    Dardi infuocati che avvelenano il tifo azzurro. E’ un continuo o con me o contro di me. Un’esasperazione dell’ambiente costante che ha contribuito a creare, ultimamente e non, un clima poco sereno. Una frangia dei tifosi è oramai palesemente in trincea, a combattere un presidente che, dal punto di vista sportivo ed imprenditoriale, ha fatto solo il bene del Napoli. Il punto è proprio questo: i suoi attacchi, a volte gratuiti e ancor più spesso eccessivi e, ci permettiamo, un filo arroganti, ne offuscano gli evidenti meriti. E questo è un peccato.

    @andreasereni90

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