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Da Manfredonia a Muamba: miracolati

Da Manfredonia a Muamba: miracolati

 

C'erano 5 gradi sottozero quel pomeriggio del 30 dicembre 1989, quando Lionello Manfredonia si sdraiò sul prato gelato. Un attacco di cuore lo aveva messo ko dopo appena 6 minuti di gioco. Bruno Giordano, ex compagno alla Lazio, se ne accorse subito e allertò tutti. Accorsero prontamente il dottor Ernesto Alicicco e il massaggiatore Giorgio Rossi, che gli praticarono il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca. Trasportato all'Ospedale Maggiore in coma, ne venne confermata la diagnosi di infarto del miocardio. Tradotto: non sarà più in grado di scendere in campo. Trascorse il Capodanno all'ospedale bolognese privo di conoscenza. Con lui, a vegliarlo, la seconda moglie Carolina. Si svegliò dopo 42 ore dal collasso. Oggi è un agente Fifa, dopo aver anche provato la carriera da dirigente sportivo.
 
Manfredonia non è l'unico miracolato. Meno di un mese fa Fabrice Muamba cadde a terra privo di conoscenza durante Tottenham-Bolton di coppa. Il suo cuore si fermò per 78 lunghissimi minuti. Il miracolo avvenne in ospedale. Muamba si riprese, ora addirittura si dice possa tornare a giocare. 
 
Problemi di cuore hanno complicato vita e carriera ad Antonio Cassano, che avvertì un malore dopo la trasferta di Roma nello scorso autunno e venne ricoverato al Policlinico di Milano dopo l'arrivo a Malpensa. Poi l'operazione, il lungo stop e oggi il barese è di nuovo a disposizione di Allegri. Come lui anche due ex giocatori dell'Inter, Nwanko Kanu e Khalilou Fadiga, tornati poi a correre su e giù per il campo da calcio. E nel 2008 anche un campione come Lilian Thuram soffrì di problemi cardiaci: il suo trasferimento al Psg venne bloccato all'ultimo minuto, dopo le visite mediche. Il suo cuore sarebbe troppo grande per giocare a pallone. Il difensore francese appese così gli scarpini al chiodo con un anno d'anticipo. Fu il primo e unico avversario a metterlo a sedere. 
 
 

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