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  • Romamania: come ti smonto la difesa vincente, da Marquinhos a Manolas

    Romamania: come ti smonto la difesa vincente, da Marquinhos a Manolas

    • Paolo Franci

    Barzagli, Bonucci, Buffon, Chiellini. E mettiamoci pure Lichtsteiner. In rigoroso ordine alfabetico. Sei scudetti di fila, due Champions sfiorate per una certezza assoluta e, se si vuole, anche banale: il calcio italiano è una Repubblica fondata sui difensori. Più forti sono quelli là dietro, più si vince, chiaro. E non solo in Italia.

    Più volte il presidente James Pallotta ha inserito tra i suoi frequenti proclami proprio la Juventus. In sostanza: "Il modello da seguire è quello della Juve", ripetuto urbi et orbi, naturalmente ingolosito dal potenziale dello Stadium, secondo i più, il vero pomo della differenza tra Roma e Torino. Ora però, c'è qualcosa che non torna e che non po' essere ascritto solo ed esclusivamente al potenziale dello stadio. E qui, Montecchi e Capuleti. Roma si divide sulle sponde del Tevere. Quelli che «Senza lo stadio nun se vince». Quelli che "So tutte scuse..". Scegliete voi da che parte stare. Certo, non avere lo sponsor di maglia dal 2013 qualcosa significa. Certo, non essere riusciti a concepire un progetto tecnico duraturo, tra Luis Enrique, Zeman, Garcia, Spalletti e ora Di Francesco, è stato come infilare una zeppa nello sbandierato progetto vincente che, Pallotta dixit nel 2012, avrebbe dovuto portare la Roma a vincere lo scudetto "Entro cinque anni". 

    Vabbè, il fatto che non sia arrivata neanche una coppa di scorta dà parecchio fastidio, però è un fatto come la Roma sia stabilmente in zona Champions, certo, anche per il non pervenuto a grandi livelli delle milanesi, almeno fino all'anno scorso. Ciò che non torna, è questo bisogno vitale di cedere prezzi pregiati a sei anni dall'avvento degli americani. Gli errori? Tutti possono sbagliare, voglio essere buono e non mi capita così spesso, quindi si apprezzi. Se c'è una cosa che la Roma non può e non deve fare, proprio perchè "Il modello da seguire è quello della Juve", è cedere i difensori. Marquinhos, Benatia, Romagnoli sono andati via per fare cassa, anche se è là dietro che si costruiscono i trofei. Ora, c'è lo Zenit su Manolas. Eppoi i rumors su Rudiger, le bramosie di Mancini su Fazio, oltre che sul greco. A Trigoria si ragiona su ampie vedute e un po' double face: la Roma non è un supermercato, dice Monchi, ma è anche vero che la differenza la fa il prezzo. Cioè si vende e si compra per necessità prima e convenienza poi. La priorità, soprattutto economica, resta quella di entrare in Champions per un'innaffiata di milioni. Sacrosanto. Il punto è che dal prossimo anno, per giocare nell'Europa che conta basterà arrivare quarti. E siccome a pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina, io che non voglio essere un peccatore, voglio pensarla bene e dare ascolto a Pallotta quando dice che «Non ho mai avuto una Roma più forte di questa».

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