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  • Da Messi all'Inferno: la fine dell'era del grande Barcellona. Koeman appeso a un filo: 'Non so se il club mi supporta...'

    Da Messi all'Inferno: la fine dell'era del grande Barcellona. Koeman appeso a un filo: 'Non so se il club mi supporta...'

    • Alessandro Di Gioia
    Una profonda crisi, sotto tutti i punti di vista e per ogni aspetto: economico-finanziario, storico e tecnico. Il Barcellona sta vivendo uno degli inizi di stagione più neri della propria storia, sicuramente il peggiore dal 2000 in avanti: l'akmé, la punta più tagliente e dolorosa, è stata toccata questa sera, nella sonora sconfitta di Lisbona, al Da Luz. Un 3-0 per il Benfica che ha lasciato i blaugrana spenti, attoniti, senza possibilità di replica: non più abituati ad essere considerati  semplici esseri umani, eppure caduti rovinosamente proprio nella competizione che li ha resi immortali. O meglio, aveva reso immortali i pochi superstiti di un'epoca dorata che non c'è più.

    DALL'ADDIO A MESSI ALL'INFERNO CHAMPONS: DA 50 ANNI... - Senza più Messi, senza più spirito, senza più identità: il Barcellona, che in estate ha dovuto salutare probabilmente il miglior calciatore di tutti i tempi a causa della sconfinata crisi economica che sta attanagliando il club da prima della pandemia, ha perso le prime due partite in una competizione europea per la seconda volta nella propria storia, senza riuscire ad andare in gol. Non solo, è dalla stagione 1972/73, quasi 50 anni fa, che i blaugrana non vengono eliminati nella fase preliminare in Europa: in quel caso uscirono in Coppa Uefa, al primo turno, contro il Porto. Altro che orgolgio culé.

    DA 'MES QUE UN CLUB' A 'PRIMO NON PRENDERLE' - Tra 140 club, nella storia soltanto 12 sono riusciti a qualificarsi alla fase finale, dopo aver perso i primi due incontri. Crisi nera, nerissima, che dalla Liga si ripercuote in Champions: 0 tiri in porta contro Bayern e Benfica, Aguero desaparecido a causa dei problemi fisici, Luuk de Jong non all'altezza, una difesa a tre da "primo non prenderle" che da quelle parti non si era mai vista. C’era una volta il Barcellona, quello di Messi e della MSN, di Ronaldinho, di Xavi e Iniesta, di Guardiola: "Més que un club“, probabilmente una delle squadre più forti di ogni epoca, simbolo di aristocrazia calcistica.

    LA FINE DI UN'ERA - Ora non è rimasto quasi nulla: Griezmann, il nemico giurato di Messi, è stato svenduto ai rivali dell'Atletico, da cui era stato comprato due anni fa, nell'ultimo giorno di mercato. Un cammino all'indietro, da gambero, un ridimensionamento pazzesco, frutto di scelte sbagliate sul mercato, di debiti, di presidenti come Bartomeu che hanno operato in maniera sbagliata. La caduta degli Dei, dal paradiso della Storia all'Inferno di un anonimato che fa male. La fine dell'era del grande Barcellona.

    KOEMAN APPESO A UN FILO - Il primo a pagare sarà probabilmente l'allenatore, Ronald Koeman. Uno dei responsabili, certamente, ma non certo il maggiore. Basta leggere i nomi della rosa, per notare le profonde differenze rispetto al passato. Le parole dopo il match di Lisbona suonano da addio: "Posso solo dire che sono molto supportato dai miei giocatori e dal loro atteggiamento. Il club? Questo non lo so". Anche se, a sentire le parole del capitano di mille battaglie Busquets, non sembrerebbe. Senza contare l’ingente clausola da corrispondere all’olandese in caso di addio, da più di 20 milioni di euro. Sipario blaugrana.
     
    @AleDigio89

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