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  • Da Piazza San Carlo due giorni dopo: si poteva evitare FOTO E VIDEO

    Da Piazza San Carlo due giorni dopo: si poteva evitare FOTO E VIDEO

    • Edoardo Siddi
    5 giugno, Torino. Sono passati quasi due giorni e la città è tornata alla normalità. La settimana riprende, ma in una Piazza San Carlo lavata dalla pioggia, ci sono ancora le cicatrici della terribile notte. Lo scheletro del maxi schermo è lì, silenzioso testimone di quella folle fuga dalla paura, e si lavora per togliere le schegge di vetro rimaste. 

    A lato degli operai provano a sistemare la vetrata di un negozio, spaccata dal muro umano, mentre la balaustra che, crollando, ha dato il via al terrore è lì, quasi come un triste monumento, recintata a dovere. Camminando per Via Roma, poi, nonostante le pulizie, si scorgono ancora le macchie di sangue. Scorie di ore di fuga e paura. I negozianti si raccontano: c'è chi ha chiuso perché la folla non era sostenibile, chi invece ha trasformato il bar in una sorta di pronto soccorso.E la domanda che si fanno tutti, curiosi e più o meno coinvolti è: si poteva evitare? Sì, forse sì

    Perché Piazza San Carlo sembrava il teatro perfetto per la tragedia sfiorata: blindata per difendere tutti, è diventata una gabbia. E anche sul livello delle misure di sicurezza sorgono dubbi: perché tutto quel vetro in piazza? E addirittura petardi? La caccia ai colpevoli spesso è il modo più facile per esorcizzare la paura, ma in questo caso, visto il momento e l'accaduto, un momento di riflessione è doveroso

    Tra dubbi e brutte storie, i sorrisi comunque non mancano. I feriti sono tanti (oltre 1500), ma nessuno rischia la vita. Nemmeno il bambino di 7 anni che teneva il mondo con il cuore in gola: non è più in pericolo di vita.



    @Edosiddi

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