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  • Da Varsavia speranze di rilascio per i tifosi della Lazio

    Da Varsavia speranze di rilascio per i tifosi della Lazio

    • M. A.

    La strada dei 22 ragazzi arrestati nella retata del 28 novembre a Varsavia si è divisa ma solo per gli avvocati. Dentro il carcere stanno nelle stesse celle, si fanno coraggio i tifosi biancocelesti, si incitano attraverso le sbarre. «Daje laziali, non molliamo», urlano nonostante la settimana sta trascorrendo senza le buone notizie che erano state prospettate venerdì scorso dai funzionari dell’ambasciata e dai loro legali. A proposito gli avvocati hanno preso vie diverse anche se il nodo soprattutto per i dieci che hanno già ricevuto condanne dai 2 ai 6 mesi è la residenza a Varsavia per evitare il «pericolo di fuga» prospettato dal giudice polacco. E così cominciata la corsa a trovare un domicilio, una casa in affitto con contratto a tempo indeterminato (tanto per non farsi mancare nulla, è stato richieste dalle autorità anche questa ulteriore clausola), ma anche la voglia di rivolgersi a giudici diversi per ottenere almeno gli arresti domiciliari e lasciare l’inferno di Bialoleka.

    Ieri - come riporta Il Tempo - c’è stato ancora uno slittamento rispetto alle previsioni per quanto riguarda le ultime tre istanze di scarcerazione, quelle relative agli ultimi ragazzi già condannati per direttissima. Tutto rinviato a lunedì e posticipo legato probabilmente ai tempi tecnici, c’è bisogno di sistemare con estrema cura tutte lae carte che certifichino la residenza a Varsavia. In ogni caso, la situazione dei 10 tifosi già condannati non va più considerata come unitaria: come detto, dopo il rigetto delle istanze di lunedì, ognuno di loro si è affidato a un avvocato proprio e intraprenderà verosimilmente vie legali diverse.
    Tra oggi, domani e martedì andranno a giudizio gli altri dodici ragazzi in prigione, quelli che non sono stati ancora formalmente condannati. È inutile peròfare previsioni su quanti processi saranno celebrati nelle prossime ore anche perché i giudici polacchi non sono sembrati molto sensibili alla situazione venutasi a creare quasi fosse in atto anche in Polonia uno scontro tra i due poteri dello stato, quello esecutivo del governo e quello giudiziario della magistratura. L’ottimismo che trapela dall’ambasciata sulla sorte di questi dodici si scontra con una realtà che finora ha portato solo ad illudersi. A quanto sembra i ragazzi dovrebbero accollarsi una condanna di due anni con una nulta di 5-600 euro dei quali 100 da devolvere in beneficenza, ma ci sarebbe la condizionale e la possibilità di un immediato rientro in Italia. Con la certezza, però, che in caso il condannato commetta il medesimo reato in Polonia avrebbe il cumulo della pena ma il patteggiamento restituirà la libera ai ragazzi. Comunque, di sicuro, né i ragazzi arrestati, né le famiglie sceglieranno Varsavia per la prossima vacanza estiva e quindi uscire di prigione e tornare in Italia è considerata la priorità da parte di tutti. Si prepara un’altra giornata di passione, l’ennesima, col cuore in gola sperando che arrivi finalmente qualcuno dei 22 prigionieri in Polonia possa tornare a casa.


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