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Da Wood a Dyche: tutti i segreti della rivelazione Burnley

Da Wood a Dyche: tutti i segreti della rivelazione Burnley

  • Luca Zanetti
In estate  i tifosi del Burnley si aspettavano la solita stagione complicata nei bassi fondi della classifica e convinti di doversi giocare la salvezza fino alle ultime giornate. La squadra guidata da Sean Dyche dopo 17 turni è sesta a 31 punti insieme a Tottenham e Liverpool, addirittura sopra all’Arsenal a quota 30. Ciò che sorprende è la differenza economica tra le big di Premier e la formazione del Lancashire, ma la tenacia e il grande senso di organizzazione in campo dei Claret  fa si che questo divario si stia sempre più assottigliando almeno fino ad ora, basti pensare ai successi ottenuti con club più “blasonati” come Everton, Southampton e soprattutto la vittoria allo Stamford Bridge con il Chelsea. La poca esperienza al vertice potrebbe essere determinante a lungo andare e le doti tecniche degli avversari potrebbero prevalere, anche se sognare non costa nulla soprattutto quando si è in piena zona Europa: una qualificazione che manca dal 1960/61 eliminati in Coppa Campioni dall’Amburgo ai quarti di finale. Oggi il Burnley sarà ospite del Brighton & Hove Albion , squadra neopromossa che occupa il tredicesimo posto a quota  17.

UOMINI CHIAVE - Chris Wood è arrivato nell’ultimo mercato estivo dal Leeds United per poco più di 16 milioni di euro. Il neozelandese tra campionato e coppe nazionali ha collezionato 18 presenze e segnato 6 reti ed è l’uomo più prolifico dei suoi. Sam Vokes è alla sua sesta stagione al Burnely, uomo simbolo ormai per i tifosi e capocannoniere della squadra l’anno scorso nel torneo. E’ curioso, poiché non è da ritenersi un titolare fisso, per lo più è un subentrante, colui che si fa trovare pronto nel momento del bisogno, quando è necessario dare una svolta alla gara. Una delle rivelazioni è James Cork, pure lui arrivato quest’anno, anni difficili allo Swansea: ora è un punto cardine del centrocampo insieme a Defour che ha più esperienza internazionale e milita nella nazionale canadese. Alla lista non va dimenticato neppure l’ala destra di quantità come Gudmunnson, resosi protagonista anche con la nazionale islandese ai recenti europei e alle qualificazioni mondiali. Dopo la recente vittoria per 1-0 contro lo Stoke nel turno infrasettimanale la tifoseria può contare su un nuovo idolo, ovvero Ashley Barnes entrato a poco più di venti minuti dalla fine, al posto di Jeff Hendrick, e ha siglato il gol partita all’89esimo.

COME GIOCA IL BURNLEY - La formazione di Dyche gioca un calcio con idee ben precise e razionali, preferisce lasciare il pallino del gioco agli avversari e chiudere il più possibile le linee di passaggio e non appena  si riconquista il pallone si cerca di lanciare lungo verso Vokes per sfruttare le sue capacità fisiche e per dare tempo ai compagni di accompagnare l’azione. La fase difensiva è il vero punto di forza, sarà perché l’allenatore inglese è un ex difensore, quando gli avversari si ritrovano in zona trequarti posizionano una linea di sei uomini a schermare tutta l’area di rigore in ampiezza e devono eludere la pressione dei centrocampisti sul portatore di palla. Gli attacchi avversari si perdono per lo più nel nulla e cedono per frustrazione e finiscono per tirare sempre in posizioni più complicate o da distanze proibitive. La solidità del reparto arretrato sta nei numeri con soli 12 reti subite è tra le migliori in Premier League. L’attacco, invece, è tra i peggiori in assoluto con sole 16 reti segnate, questo è dovuto dalla difficile costruzione di gioco, causa alcuni limiti tecnici. Dyche dopo anni di lavoro è riuscito a costruire una squadra duttile e camaleontica pronta ad utilizzare vari moduli come il 4-4-2 di base oppure il 4-1-4-1 o il 4-5-1, lo si può definire un ulteriore punto di forza: non è facile avere un gruppo disposto a sacrificarsi per un obiettivo comune.
 

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