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  • Dal caso Neymar alla crisi de La Masia: Barcellona, si è rotto qualcosa

    Dal caso Neymar alla crisi de La Masia: Barcellona, si è rotto qualcosa

    • Matteo Serra
    Da un lato c'è un Barcellona che vinceva trofei su trofei, che sfornava un talento dopo l'altro dalla propria Cantera, tanti da non sapere dove metterli in campo. Quella del bel gioco, la squadra dei sogni dove tutti vorrebbero e ambiscono di giocare. La vera e propria incoronazione della carriera, il punto di arrivo, la cima dell'Everest per ogni calciatore. Dall'altro c'è il Barcellona di oggi, che dopo un annata deludente si vede soffiare sotto il naso una delle sue stelle, quel Neymar parte integrante con Messi e Suarez del tridente dei sogni. E quando si crea una piccola crepa, vengono pian piano alla luce anche tutte le altre, quelle che i successi e la gloria hanno abilmente coperto. 

    L'AFFARE NEYMAR - Il Barcellona degli ultimi anni è abituato a comprarli i giocatori, non a vederseli portare via. E' una squadra che ha la forza di comprare Ibrahimovic all'Inter, lasciando anche Eto'o in cambio oltre a diversi milioni. E come Ibra si compra Suarez, riporta Fabregas e Pique a casa, recluta i giocatori migliori d'Europa per creare una squadra quasi imbattibile. La scelta di Neymar, al netto di ogni clamoroso ripensamento, di voltare le spalle alle Ramblas per abbracciare la Torre Eiffel fatica a trovare un precedente, non solo per le mostruose cifre che lo accompagnano. E' la prima volta in tempi recenti che un top player, un giocatore titolare del Barcellona, decide di andarsene. Sono tanti i giocatori che il club blaugrana ha ceduto, spesso anche forti, ma erano tutti ormai ritenuti superflui per la squadra, non più necessari e quindi sacrificabili: Ibrahimovic, Dani Alves e Sanchez, giusto per dirne alcuni. Neymar prende e se ne va, lasciando tanti soldi ma anche un vuoto tecnico che, almeno nel breve periodo, sarà difficile se non impossibile colmare in toto. 

    I GIOVANI - La Masia è uno degli orgogli di ogni catalano. La fabbrica di talenti, i campi da calcio dove hanno mosso i primi passi Messi, Xavi e Iniesta. Però negli ultimi anni la fucina di talenti sembra essersi come fermata, ha smesso di produrre grandi piccoli calciatori. Una colonna come Xavi lo ha sottolineato: "Mancano i giovani, mancano i talenti di una volta", ha detto. Il Presidente Bartomeu gli ha risposto, additando alla troppa forza dei titolari: "Per un giovane, non è facile fare il posto a Iniesta, Messi e Pique, è 'colpa' loro". La realtà parla di un Barcellona che non riesce a fare mercato, che sbaglia puntualmente ogni acquisto: Denis Suarez, Andrè Gomes e Digne per citarne alcuni. Giocatori pagati tanto per essere delle semplici alternative, totalmente contro tendenza con quella che è la filosofia del club da quando il suo destino ha incrociato quello di Cruyff, dando vita al mito Barcellona. I giovani non solo non arrivano in Prima Squadra, ma vanno altrove: Mboula ha preferito dire sì al Monaco, Deulofeu ha dovuto passare dall'Everton e dal Milan prima di essere preso in considerazione. Nella rosa della Spagna che ha perso la finale dell'Europeo Under 21, solo Denis Suarez era presente a rappresentare i blaugrana, non contando Deulofeu, arrivato a Europeo in corso. Una squadra che, scossa dal terremoto Neymar, sembra aver perso le certezze, come se avesse improvvisamente smosso il tappeto, palesando la polvere nascosta lì sotto. La forza, il blasone e la qualità c'è e resta, ma il Barcellona ha bisogno al più presto ritrovare se stesso. 



    @MattSerra5

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