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  • Dal River di Ortega e Crespo al Citerius nella seconda categoria abruzzese: Vujacich racconta la sua storia a CM
Dal River di Ortega e Crespo al Citerius nella seconda categoria abruzzese: Vujacich racconta la sua storia a CM

Dal River di Ortega e Crespo al Citerius nella seconda categoria abruzzese: Vujacich racconta la sua storia a CM

  • Angelo Taglieri
Classico pomeriggio di fine estate. Le nuvole minacciano un sole stanco di illuminare i pochi turisti rimasti, mentre le solite facce note continuano a vivere, come se niente fosse, la loro quotidianità. Le serrande dei negozietti si abbassano, i tavolini dei bar si riempiono. E il rumore dei borsoni, che sbattono negli spogliatoi tirati a lucido, rimbombano per il paese. Sì, perché a San Valentino in Abruzzo Citeriore, paese incastonato tra le colline abruzzesi e nella bellezza del tempo, è il primo giorno di scuola per la squadra locale, l'ASD Citerius, società di seconda categoria. Giovane, tecnica, fresca. Che ha, da quest'anno, un nuovo maestro: Leonardo Vujacich. 

CHE RIVER! - Ai molti, quasi tutti, Leo Vujacich dirà poco e niente. Ma internet, che, a volte, sa essere un posto meraviglioso, svela chi si cela dietro questo nome da est Europa. Si tratta di... un argentino. Argentino di Buenos Aires. Argentino Millionario, non nel senso venale del termine, ma in quello più passionale. Mister Vujacich ha giocato per il River Plate, la Banda, i Millionarios. A inizio anni '90, nel club allenato da Daniel Passarella, che poteva contare sulla forza e il carisma di Ayala, sulle geometrie di Almeyda e Gallardo, sul genio di Ortega e sui gol di un giovane Crespo, c'era anche lui, il piccolo Leo, arrivato dal Quilmes, tutto tecnica e garra. E come ci è finito Leo in un paese di duemila abitanti nel cuore, più passionale, dell'Abruzzo? Ce lo ha raccontato lui stesso. 

'LA PASSIONE VINCE SU TUTTO' - Terra, di un campo spelucchiato, che si trasforma in polvere alzata al cielo dopo i primi palleggi, con dei piccoli conetti che delimitano un campetto all'interno di quello a 11. E lì che mister Vujacich ci accoglie, iniziando, a ruota libera, il suo racconto: "Da calciatore ho realizzato il mio sogno, vestire la maglia del River, io che sono di Buenos Aires. Vincendo un campionato. Ortega, Crespo, Ayala, una grande squadra. Abbiamo anche un gruppo su whatsapp, ci sentiamo sempre". Potere della tecnologia, anni e chilometri che spariscono con un semplice messaggio. "Spesso, quando giocavo nel nord Italia, andavo ad Appiano, a salutare Hernan (Crespo, ndr). Ah sì, l'Italia. Bene Leo, come ci sei arrivato?: "Con una videocassetta. E grazie ad Angelo Fabiani, amico fidato di Moggi, ex ds del Messina, finito poi nella bufera del calcioscommesse. Mi porta a Gaeta, in Serie D. Poi, un lungo giro, tra Rieti, Latina. E, come detto, il nord, tra Tradate e Merata. Ah, che differenza. A nord si gioca meglio, ma manca la garra, la grinta". La passione, sempre decisiva. 

EL KAISER PASSARELLA - Per questo il ritorno al centro sud, il calcio che da giocato diventa allenato, con tante panchine che si avvicendano. Fino ad arrivare al Citerius: "Finita l'esperienza all'Ovidiana, dopo un campionato vinto e promesse non mantenute, potevo andare ad allenare nella Marsica, dove avevo tante offerte. Poi, un giorno, arriva la proposta del Citerius. Con una foto: quella della tifoseria. Fumogeni, passione, partecipazione: non potevo chiedere altro. Non c'è niente di meglio che una piazza viva! E che vive per il pallone". E allora, nel suo ruolo di tecnico, non si poteva chiudere che con un pensiero su Passerella, suo allenatore prima di diventare ct dell'Argentina: "Una testa di c... El Kaiser  aveva la fissa dei capelli: per questo non portò Redondo al Mondiale del '98, per questo ci faceva tagliare i capelli. 'Il colletto della camicia doveva sempre vedersi' ci ripeteva. Una cosa, però, me l'ha lasciata: il rispetto delle regole. Poche, sensate, ma da rispettare. Ed è quello che proverò a fare qui, a San Valentino. Con tanti giovani. Forti!". Da Buenos Aires a San Valentino, dal River al Citerius, da Almeyda-Crespo-Ortega a Zaccagnini-Santoli-Ascenzo. Da Millionario a Cinghiale. Sì, perché la Curva del Citerius si chiama "Fossa dei Cinghiali". L'intervista finisce, il racconto deve proseguire, l'allenamento iniziare. E, come per magia, la polvere che invadeva l'aria sparisce. Lascia spazia alla scintilla di un fumogeno. Alla scintilla dell'entusiasmo.

Dal River di Ortega e Crespo al Citerius nella seconda categoria abruzzese: Vujacich racconta la sua storia a CM

@AngeTaglieri88

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