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  • Dal trionfo di Trapattoni al fallimento di Lippi: Conte, dalla Juve all'Inter non è una passeggiata

    Dal trionfo di Trapattoni al fallimento di Lippi: Conte, dalla Juve all'Inter non è una passeggiata

    • Furio Zara
      Furio Zara
    Quello di Trapattoni fu un trionfo, quello di Lippi un fallimento, quello di Ranieri un intervallo e andando indietro nel tempo: quello di Heriberto Herrrera un flop clamoroso e infine quello di Giovanni Ferrari - siamo nella preistoria del calcio - si chiuse con un bilancio appena sufficiente. Conte è dunque il sesto allenatore nella storia a passare dalla panchina della Juventus a quella dell’Inter. Vedremo come verrà accolto, vedremo che squadra avrà a disposizione, vedremo come andrà a finire. Per ora ci limitiamo a considerare chi prima di lui ha fatto lo stesso percorso.

    Il primo in ordine di tempo è stato Giovanni Ferrari, una gloria del nostro calcio: 8 scudetti da giocatore, 5 con la Juventus e 3 con l’Ambrosiana Inter, Campione del Mondo nel 1934 e nel 1938, mente sopraffina e non solo in campo, per dire: fu maestro di Enzo Bearzot a Coverciano. Ferrari smise di giocare a 34 anni e andò a sedersi subito sulla panchina della sua squadra, la Juventus. Esperienza breve, 14 partite, poi venne esonerato per far posto a Luis Monti. L’anno dopo lo troviamo all’Ambrosiana Inter, dove chiude il campionato al 4° posto. Sarà il risultato migliore di una carriera di allenatore inferiore alle attese.

    Heriberto Herrera, un tipo tosto, duro, integralista, che Gianni Brera chiamava HH2 per distinguerlo dal Mago, fu il teorico del «Movimiento» e vinse lo scudetto con la Juventus nel 1966-67, con un punto di vantaggio sull’Inter. Era la Juve di Anzolin e Bercellino, Zigoni e Cinesinho. Dopo un breve intermezzo da ct del Paraguay andò all’Inter: 2° posto il primo anno, esonero il secondo, al suo posto Gianni Invernizzi, che vinse lo scudetto in rimonta.

    E siamo al Trap. Dopo un decennio alla Juventus (1976-1986), condito da 6 scudetti, Coppa Campioni, Coppa Uefa, Coppa Coppe, Coppa Intercontinentale e altro ancora, l’Inter di Pellegrini punta su di lui e lo prende nel 1986-87. Al terzo anno vince lo storico scudetto dei record (1988-89), con i due tedeschi, Matthaus e Brehme, Nick Berti e Zio Bergomi, Bianchi all’ala, Diaz centravanti e Serena capocannoniere con 22 reti. In nerazzurro il Trap vincerà anche la Coppa Uefa nel 1991. 

    Di Marcello Lippi si ricorda soprattutto la sua uscita dall’Inter. Dopo una sconfitta a Reggio Calabria - alla prima giornata di campionato - attaccò pubblicamente la squadra dicendo: «Se io fossi Moratti li prenderei tutti a calci in c…». E invece fu Moratti a metterlo alla porta. Dopo aver vinto alla Juve tre scudetti e la Champions, passa all’Inter nel 1999. Un flop. Quarto posto il primo anno, figuraccia anche in Europa (eliminato dagli sconosciuti dell’Helsinborg). 

    Claudio Ranieri guida la Juventus post-promozione e post-Calciopoli nel biennio 2007-2009, terzo posto al pronti-via e un 2° posto l’anno successivo, chiuso però con un esonero a due giornate dalla fine (al suo posto Ciro Ferrara). Dopo due anni di Roma, Ranieri è all’Inter, che però guida per pochi mesi, dal settembre 2011 al marzo 2012, incastrato tra due rivoluzioni, ovvero tra Gasperini (subito esonerato) e Stramaccioni (chiamato al suo posto): 26 partite, 12 vittorie ma anche 10 sconfitte.

    Ora tocca a Conte, il sesto della lista. Tra la sua Juventus (tre scudetti in tre anni) e l’Inter ci sono due anni da ct della nazionale e (quasi) altri due al Chelsea.

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