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  • Dalai: Lotito ha ragione su Beretta

    Dalai: Lotito ha ragione su Beretta

    Promesse, promesse, promesse.
    Parole, parole, parole.

    Chi poteva fuggire l’ha fatto, ogni questione sulla dignità in questo caso è mal posta.

    A Parma si pignorano furgoni e macchine in attesa di un bonifico che forse arriverà.

    Giocatori e dipendenti abbandonati al loro destino, una squadra che deve ancora giocare 15 partite e che può quindi irrimediabilmente falsare il campionato è andata (è stata spinta?) progressivamente alla deriva. Prima scaricata da un Presidente travolto dai debiti di una gestione almeno distratta, poi passata nelle mani di un oscuro fondo russo-cipriota e travasata in quelle tremebonde e goffe di un imprenditore albanese e infine affidata al disperato tentativo di recupero e rianimazione da parte di una cordata locale.

    Questo il calcio italiano nella sua massima espressione, la Serie A. Dalla Lega e dal suo presidente Beretta non una parola, non una telefonata ai tesserati (almeno fino a ieri, così ha dichiarato Gobbi a nome degli altri giocatori), solo una sequela di silenzi imbarazzati.
    Una domanda: come si fa a credere ancora in un sistema così terribilmente compromesso?

    Possiamo lagnarci all’infinito del presenzialismo, dell’inadeguatezza e dell’etica di Lotito, ma il presidente della Lazio e di altre 500 squadre tra A, B, Lega Pro e oratoriali è solo un effetto, non la causa di una decadenza inarrestabile, di un calcio che cerca denaro per il denaro e ha abdicato a qualsiasi possibilità di innovazione e cambiamento. Il problema di Lotito è come lucrare e far lucrare il più possibile le squadre di serie A e B sull’unica voce che non costa in termini di pianificazione o investimenti.

    I diritti televisivi.
    Pazienza se il calcio peggiora come prodotto (qualitativamente), se gli stadi sono orrendi e vuoti, se il nostro marketing sportivo è fermo al Medioevo.
    Noioso chi lo ripete alla nausea, ormai siamo a questo.

    Soldi.
    Tanti, sporchi, subito.

    Il Parma Calcio muore stritolato dai debiti e Lotito pensa a come aumentare le marginalità del sistema sui diritti televisivi.

    Per carità, non chiediamo una Lega solida e intransigente come l’NBA, non pretendiamo un modello di sviluppo come quello entusiasmante della Bundesliga. Ma almeno la decenza, quella sì.

    Lotito sostiene che Beretta non conti nulla, in questi giorni ne abbiamo l’ennesima prova scientifica, perché nessuna lega professionistica permetterebbe uno scempio come quello del Parma, un disastro in grado di compromettere immediatamente la credibilità e la regolarità di un intero campionato.

    Beretta sì, la Lega Serie A sì.
    Resta solo la rabbia, funesta, il solito senso di terribile impotenza.
    Resta la solidarietà per i dipendenti del Parma Calcio, vilipesi e senza stipendio da mesi.

    Che disastro.
    Parole, parole, parole.
    Promesse, promesse, promesse.


    Michele Dalai - @micheledalai


     

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