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  • Dall'infortunio all'esplosione di Pellegrini: Strootman come Godot

    Dall'infortunio all'esplosione di Pellegrini: Strootman come Godot

    • Antonio Martines
    Ci sono desideri che durano poco e altri che durano a lungo, a volte anche troppo. Sono preferibili sempre quelli dalla vita corta, perché vuol dire che o si sono realizzati oppure sono svaniti nel nulla. I secondi invece, quelli che durano troppo, alle volte hanno la terribile caratteristica di trasformarsi in un'ossessione insana e snervante che giorno dopo giorno logora chi ne è affetto. Kevin Strootman sembra avere tutte le caratteristiche di un desiderio dalla vita troppo lunga. L'olandese arrivò alla Roma ormai quattro anni fa, con la fama di essere uno tra i migliori giovani centrocampisti a livello europeo. La prima annata fu una vera e propria scommessa vinta, visto che si inserì in modo brillante nella Roma bella e spumeggiante di Garcia, ma poi arrivò l'infortunio e poi un secondo e le cose cambiarono in peggio. Da lì Strootman si è inoltrato in un tunnel fatto di attese, paure e speranze, ma non lo ha fatto da solo, perché al suo fianco c'era una tifoseria che insieme a lui ha provato le stesse sensazioni. Il dolore e la paura dell'olandese era condiviso da un intero popolo di calcio, e quel dolore era mitigato dalla fiducia e la speranza di rivedere al più presto un giocatore, che aveva dimostrato di avere a cuore la causa giallorossa, e quando accade questo poi i romanisti ti premiano immancabilmente, perché a quelle latitudini il senso di appartenenza è superiore tutto il resto.

    Ma negli ultimi tempi l'atmosfera intorno a Strootman sta cambiando in modo quasi impercettibile, perché se è vero che l'affetto nei suoi confronti da parte della tifoseria è rimasto assolutamente immutato, è altrettanto vero che allo stesso tempo sta maturando un sottile e nascosto senso di insoddisfazione, causato da una prima parte di stagione caratterizzata da un rendimento decisamente mediocre, come del resto era già accaduto nello scorso anno. Nel frattempo però, da Sassuolo insieme a Di Francesco è arrivato anche un certo Lorenzo Pellegrini, che in questa prima parte di campionato ha sorpreso tutti con un rendimento sorprendente e al di sopra delle aspettative, visto che il giovane romano si è distinto con delle prestazioni in cui ha messo in campo, praticamente tutto il repertorio dello Strootman prima maniera ovvero:  potenza, esplosività, visione di gioco e interdizione, il tutto su un fisico possente ma allo stesso tempo agile, molto simile a quello di Kevin, visto che chili e centimetri sono più o meno gli stessi.

    Tanto che in una parte della tifoseria romanista sta maturando la convinzione che Pellegrini sia decisamente più adatto al gioco di Di Francesco, un gioco molto più basato sui movimenti e la profondità rispetto a quello di Garcia, un gioco che richiede soprattutto un dinamismo e un'agilità che Strootman sembra aver perso. Lo scorso anno, in molti avevano già notato queste differenze, e infatti l'olandese nella Roma di Spalletti, si era distinto soprattutto per un'evoluzione di tipo tattico, visto che si rendeva utile soprattutto in fase di interdizione, andando a recuperare palloni sulle linee di passaggio avversarie e rilanciando immediatamente il gioco con dei precisi passaggi profondi e verticali. Si trattava però di un tipo di interdizione basata sull'intelligenza tattica e sul senso di posizione, che non richiedeva lo stesso enorme dispendio di energie che invece sembra necessario nella nuova Roma di Eusebio Di Francesco. Pellegrini da questo punto di vista sembra in possesso di una freschezza e di una corsa molto più adatti agli attuali meccanismi del gioco giallorosso, e infatti non è un caso che l'olandese nelle ultime partite stia finendo sempre più ai margini delle preferenze del suo allenatore, con un allontanamento dai riflettori lento e graduale.

    Un inizio di uscita di scena a tutti gli effetti del quale fino ad ora in pochi sembrano accorgersene ma che c'è, e che in una tifoseria passionale e romantica come quella della Roma si vorrebbe far passare sotto traccia, solo che più di tanto non si può, soprattutto in virtù di un'attesa che è stata lunghissima e che si accompagnava al desiderio di rivedere lo stesso grande giocatore del primo anno.Un attesa che però fino ad ora è stata delusa, e si sa come la delusione in un rapporto d'amore possa a volte tramutarsi nel suo esatto opposto, soprattutto se nel frattempo nell'aria, oltre ai soliti canti natalizi comincia a sentirsi anche quello delle sirene juventine, un canto al quale Strootman potrebbe non rimanere del tutto insensibile.

    @Dragomironero

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