Calciomercato.com

  • Dalla Champions alle sbarre: Vincic, l’arbitro arrestato per prostituzione, possesso d’armi e droga...per sbaglio!

    Dalla Champions alle sbarre: Vincic, l’arbitro arrestato per prostituzione, possesso d’armi e droga...per sbaglio!

    • Alessandro Di Gioia
    "In un calcio ormai privo di esempi da seguire e positività, ma sempre più basato sul denaro e sul ritorno economico, e funestato da eventi che con il pallone non hanno nulla a che vedere, questa rubrica vuole proporre un momento di svago settimanale che ci riavvicini allo sport più bello del mondo, legato al campo di gioco ma non solo, anche ai social, alle iniziative di beneficenza e a storie da raccontare: il calcio è felicità, il calcio è passione, il calcio è "Momenti Di Gioia"".

    Trovarsi nel momento sbagliato, nel posto sbagliato, con le persone sbagliate: l'arbitro internazionale sloveno Slavko Vincic potrebbe riassumere così la brutta disavventura vissuta lo scorso weekend, quando è stato arrestato durante un raid contro traffico di droga, sfruttamento della prostituzione e possesso di armi. Dalla Champions League alle sbarre di una prigione, senza colpo ferire: il fischietto, che ha diretto parecchi match della massima competizione europea, tra cui Barcellona-Inter, è stato fermato dalle forze dell'ordine nell’ambito di un’operazione atta a sgominare un’organizzazione delinquenziale.

    IL CASOLARE CON DROGA, PROSTITUTE E ARMI -La testata croata 24Sata racconta che Vincic (foto il posticipo) fosse in un casolare croato assieme a Tijana Maksimovic, colei che gli investigatori ritengono sia a capo dell’organizzazione criminale: l'operazione, ha spiegato la polizia slovena, ha portato all’arresto di nove donne e ventisei uomini, oltre che al sequestro di 14 pacchi di cocaina, tre giubbotti antiproiettile, pistole e oltre 10mila euro in contanti. Vincic è stato interrogato come testimone ed è poi stato immediatamente rilasciato, quando la polizia ha capito che non c'entrava nulla coi crimini.

    L'ERRORE DELLA POLIZIA - Ecco le sue spiegazioni alla testata slovena Jutarnji list: “Dopo un incontro d’affari sono stato invitato a una festa e ho accettato. Quando è arrivata la polizia ci hanno invitato a un colloquio, in cui io ho spiegato che non conoscevo quella gente. E mi hanno dato subito dato il permesso di tornare a casa in Slovenia”. Ha parlato anche l’associazione degli arbitri sloveni, per bocca del suo presidente Vlado Sajn: “È una coincidenza che si sia trovato lì. Ma la macchia sulla sua reputazione può creargli problemi”.​ Carcere scampato, ma la Champions tornerà? 

    @AleDigio89

    Altre Notizie