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  • Dalla gestione Sarri alla panchina di Udine: Ronaldo-Juve, cronistoria di tre anni tra trofei e polemiche

    Dalla gestione Sarri alla panchina di Udine: Ronaldo-Juve, cronistoria di tre anni tra trofei e polemiche

    Dopo 3 anni, 134 presenze e 101 gol, si chiude l'avventura di Cristiano Ronaldo alla Juventus. Era il 10 luglio 2018 quando la Serie A aveva fatto il botto accogliendo il giocatore più forte in circolazione insieme a Leo Messi. I 117 milioni spesi dai bianconeri - commissioni comprese - lo fanno diventare il trasferimento più oneroso nella storia del campionato italiano, l'attaccante si presenta determinato con un unico obiettivo: portare la Champions League a Torino.

    L'ARRIVO - E' l'estate dell'addio di Marotta e della promozione di Paratici a nuovo mercato della società, la Juve riprende Bonucci e riprende Higuain, ma tutti gli occhi sono puntati su Cristiano. L'idea di portarlo in Italia è stata del suo agente Jorge Mendes, che mentre trattava il trasferimento di Joao Cancelo in bianconero ha buttato lì quel nome che ha fatto scattare una lampadina nella testa di Paratici. Sembrava quasi una battuta, alla fine è successo davvero. 

    ALLEGRI - Primo anno, primo scudetto. Neanche a dirlo. Max Allegri in panchina, un campionato stradominato e vinto con cinque giornate d'anticipo grazie al 2-1 sulla Fiorentina. Ronaldo è uno dei giocatori con più presenze stagionali e capocannoniere della squadra con 28 reti, a macchiare una stagione quasi perfetta è l'eliminazione dai quarti di Champions per mano dell'Ajax di De Ligt. "Sarà per l'anno prossimo" avrà pensato Cristiano.

    SARRI - La nuova stagione riparte col cambio d'allenatore: Allegri saluta e va via, in panchina c'è Maurizio Sarri col quale il rapporto non decollerà mai. Tra i due non c'è grande feeling, e si nota fin da subito quando l'ex Napoli gli chiede di giocare attaccante centrale e Cristiano Ronaldo scuote la testa: "No, grazie". Il portoghese vuole stare dove dice lui, si autogestisce ma inizia la stagione con il freno a mano tirato; a dicembre spinge sull'acceleratore e il 6 gennaio 2020 segna la prima tripletta in Serie A con il Cagliari. Nel mezzo, la sostituzione contro il Milan dopo neanche un'ora e l'esclusione contro l'Atalanta, ufficialmente per problemi al ginocchio. Boom! Il portoghese non ci sta e non prende bene le decisioni di Sarri, intanto il mondo intero si prepara a dover convivere con un'epidemia che l'8 marzo costringe la Serie A a fermarsi per riprendere a giugno. Ronaldo vola in Portogallo per poi rientrare in Italia, vince il suo secondo scudetto di fila ma anche stavolta la Champions gli sfugge dalle mani: Juve fuori agli ottavi di finale contro il Lione.

    PIRLO - Altro giro altro allenatore: Andrea Pirlo, a sorpresa. Ronaldo lo rispetta per il campione che è stato in campo, impossibile valutarlo da allenatore ma l'ex centrocampista ha subito le idee chiare: già nella prima conferenza stampa spiega la gestione di Ronaldo, i due si sono parlati e Cristiano rimarrà fuori qualche partita se necessario. Stavolta, però, la decisione verrà presa di comune accordo. E' la peggior stagione della Juve negli ultimi anni: dopo nove scudetti di fila la Juve scivola al quarto posto - e rischia anche quello - ed esce dalla Champions di nuovo agli ottavi. Mai Cristiano aveva avuto un flop del genere.

    L'ADDIO - Da Allegri ad Allegri. Si riparte? Sì, o meglio: forse. Anzi, no. Perché il 2021-22 di Ronaldo alla Juve dura mezz'ora: il tempo di subentrare contro l'Udinese, segnare e farsi annullare il gol prima di dire addio ai bianconeri e alla Serie A. Il resto è storia recente, ve l'abbiamo racconta passo per passo in questi giorni. Cristiano prende un aereo di sola andata direzione Manchester. L'Italia fa parte del passato, Ronaldo ha già voltato pagina.

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