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  • Dalla Juve al 'Gran Ghetto': quando il calcio non salva la vita

    Dalla Juve al 'Gran Ghetto': quando il calcio non salva la vita

    • Lorenzo Bettoni
    E' di questi giorni la notizia di un interesse da parte della Juventus per Mamadou Coulibaly, il 'nuovo Pogba', secondo il suo procuratore Donato Di Campli. Coulibaly, senegalese, è arrivato in Italia come tanti suoi connazionali, quelli più fortunati almeno, cioè con un barcone. Prima il mare e poi il calcio gli hanno salvato la vita. Ieri Coulibaly ha compiuto 18 anni e Zeman potrebbe farlo esordire in Serie A prima della fine del campionato, come dire: in una stagione tanto disastrata almeno facciamo un po' di spazio alle buone notizie. Le buone notizie, invece, non arrivano dalla Puglia dove questa notte qualche codardo ha dato fuoco alla baraccopoli del cosidetto 'Gran Ghetto' di Rignano, nella campagna pugliese tra San Severo e, appunto, Rignano Garganico.

    IL ROGO - Nonostante la baraccopoli (foto statoquotidiano) fosse in fase di sgombero da qualche giorno, circa duecento migranti erano rimasti all'interno delle loro ‘case’ di cartone perché unica garanzia di un lavoro, neppure dignitoso (perché vergognosamente sottopagato) nei campi adiacenti al 'loro' terreno. Qualche giorno fa, appunto, la prefettura aveva dato ordine di sgombrare quelle che possono essere chiamate case solo per comodità di cronaca. Infatti è bastato nulla alla mano piromane e malvagia di altri uomini per bruciare l’intera baraccopoli e far scappare tutti i migranti che vivevano al suo interno. Tutti tranne due: Mamadou Konate e Nouhou Doumbia, uno morto carbonizzato, l'altro intossicato.

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    Lorenzo Bettoni

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