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  • Dalle magie di Falcao e Pato alla B: il tracollo dell'Internacional

    Dalle magie di Falcao e Pato alla B: il tracollo dell'Internacional

    • Andrea Distaso
    Un pareggio contro il Fluminense che ha scritto una pagina di storia indelebile nel calcio brasiliano e in quella dell'Internacional di Porto Alegre, che per la prima volta retrocede in Serie B. Un dramma sportivo che negli scorsi anni è toccato ad altri prestigiosi club come Palmeiras e Botafogo e in Argentina il River Plate. Un club capace nel 2006 di toccare il suo punto più alto con la vittoria del Mondiale per club contro il Barcellona di Ronaldinho e Deco.

    DA FALCAO A PATO - Era la squadra in cui iniziava a brillare la stella del futuro milanista Alexandre Pato (compagno di squadra dell'attuale rossonero Luiz Adriano), soltanto l'ultimo di una serie di grandi giocatori che hanno indossato la maglia dei Colorados, dei gauchos, il cui nome, secondo alcune versioni, si ispira all'Italia e all'Inter, squadra per la squadra tifavano alcuni degli studenti che, insieme ai fratelli Poppe, fondarono nel 1909 il club. L'Internacional, per molti anche la squadra del popolo perchè nato con la volontà di far giocare tutti, senza distinzione di origini, nazionalità e status sociale, ha avuto in Paulo Roberto Falcao il suo giocatore più importante, quello che a Roma sarebbe diventato l'ottavo re, uno dei trascinatori verso lo scudetto del 1982.

    LA RINASCITA DI D'ALESSANDRO - Un campione all'inizio del suo percorso, a differenza di quell'Andrés D'Alessandro che ha scelto la zona meno brasiliana del Brasile per rilanciare una carriera che si stava pericolosamente incartando su se stessa dopo i fallimenti di Wolfsburg, Portsmouth e Saragozza. E' qui che El Cabezon è tornato agli onori della cronaca conducendo da leader e trascinatore l'Inter alla conquista della sua seconda Copa Libertadores della storia nel 2010; una conquista che gli vale la vittoria del premio di miglior giocatore sudamericano dell'anno e che lo proietta al Mondiale per club successivo chiuso al terzo posto e con la Palla di Bronzo come terzo miglior giocatore della manifestazione. Il canto del cigno prima del ritorno nel club del suo cuore, il River Plate. 

    SI RIPARTE DA ZAGO - E come dimenticare i vari Leandro Damiao, Nilmar e Rafael Sobis, promesse mai del tutto esaudite del calcio brasiliane... Un passato glorioso, un blasone che non è bastato ad evitare l'onta della prima retrocessione della storia. Una delusione che il club di Porto Alegre vuole prontamente cancellare affidandosi ad un'altra vecchia conoscenza del calcio italiano come Zago, difensore che ha vinto con la maglia della Roma lo scudetto del 2001 ma che è passato anche alle cronache per lo sputo a Simeone in un derby, chiamato sulla panchina del Colorado col compito di riportarlo prontamente nell'elite del calcio brasiliano.

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