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  • Datteri e gasolio, il viaggio di Kalas in Africa

    Datteri e gasolio, il viaggio di Kalas in Africa

    La storia di Kalas è raccontata nel libro Africa Bomber di Goffredo De Pascale, pubblicato da Add editore.

    In questo quinto appuntamento con 'La storia di Kalas', Goffredo De Pascale intervista Kalas.

    Goffredo De Pascale: Quando hai attraversato il confine della Nigeria?
    Kalas: Non so esattamente quando l’ho attraversato. Non ho incontrato un posto di frontiera né un cartello che desse delle indicazioni. Il Sahel ha segnato un cambiamento, netto, violento nella sua asperità. La vegetazione era già diventata più rada e secca, spoglia di quei colori cui ero abituato. Anche gli abiti erano per lo più a tinte sobrie, così differenti da quelle smaglianti che si vedevano dalle mie parti. Da noi è un tripudio di colori. Le donne indossano vestiti gialli, rossi, blu, verdi e tutto intorno anche la natura è così, brillante. Ecco, in quel tratto, dal rosso scuro di Kano si era passato a tonalità opache, cupe per il mio animo. Sahel in arabo significa costa, ma non so se per ironia o per la vastità del Sahara, era diventato anche il termine con cui indicare le regioni che precedono il deserto, lo costeggiano.

    Goffredo De Pascale: Che sensazione hai provato?

    Kalas: L’uscita dalla Nigeria mi conforta da un lato, mi angoscia dall’altro. Sono in Niger dove si parla francese. Qui non sono ricercato, ma non ho i documenti. Se mi fermano non so che cosa rischio, a che cosa potrei andare incontro. Mi sento frastornato, a volte riemerge forte un senso di rabbia che nasce dall’ingiustizia che ho subito. Allora mi innervosisco, serro le mascelle, socchiudo gli occhi, vorrei dormire, svegliarmi l’indomani e scoprire che si è trattato soltanto di un brutto sogno. Invece no, devo andare avanti.

    Goffredo De Pascale: Com’era il furgone su cui viaggiavi?

    Kalas: Malridotto e affollato. I sedili in realtà erano delle panche ricoperte da un tessuto scuro che aveva perso completamente l’imbottitura. Io ero seduto tra due anziani, uno dei quali teneva sulle gambe una cesta piena di datteri. Sulla parte di pianale libero da seggiolini si erano sistemati in quattro. Sembravano appollaiati e a ogni fosso sobbalzavano. Le sospensioni cigolavano, il motore faceva un rumore assordante. Se il furgone si fosse fermato singhiozzando avvolto in una nuvola di fumo, non mi sarei meravigliato. Il vecchio alla mia destra con un movimento rapido di pollice e medio faceva ruotare i datteri riponendoli nella sporta. Gli altri passeggeri sonnecchiavano, muovendosi all’unisono a ogni scossone. La polvere si mischiava al fumo di gasolio bruciato.

    (5.continua)

    Da Africa Bomber di Goffredo De Pascale e Kalapapa “Kalas” Ngeri

    (Add editore, 2010)
     


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