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  • De Laurentiis: 'Suning, così non va bene. Tavecchio? Pensa alla poltrona'

    De Laurentiis: 'Suning, così non va bene. Tavecchio? Pensa alla poltrona'

    Anche da Los Angeles, Aurelio De Laurentiis non si perde una partita del suo Napoli. Il presidente azzurro è stato protagonista di una lunga intervista a Radio24, iniziata dal pallonetto magico di Mertens contro la Lazio: "Non mi aspettavo quella giocata, quando ho visto questa palla entrare nell'angolo della porta sono rimasto basito e incantato! Ho gustato questo "dolce" olfattivamente e sulle papille per qualche minuto, davvero non ci credevo! Ogni tanto mi portavano un caffè, mi sono venute quasi le palpitazioni! Premio speciale per il belga? Già ha fatto lui un regalo a noi, è una cafonata rispondere con un altro regalo. Napoli da scudetto? A casa mia c'è una teca piena di corni. A me piace farli vedere e caricarli dell'invidia altrui".

    NUOVA SERIE A - De Laurentiis ha poi parlato di come dovrebbe cambiare il calcio italiano: "Non è il calcio in crisi, ma sono in crisi gli uomini che conducono le danze di un calcio, quello di Serie A, che è un'industria. Ma lo conducono ancora con quella mentalità di venti, trent'anni fa che non paga più, perché l'Europa è un altro tipo di Europa calcisticamente parlando.Nel 1986 le squadre in Serie A erano 16, se fossero ancora 16 sarebbero tutti più felici e competitivi. Ritoccherei il numero di squadre con una sola retrocessione. È un problema che ho affrontato spesso con Tavecchio che mi risponde: 'Siete voi della Serie A che vi dovete imporre!', perché deve mantenere il suo posto e la sua poltrona, quindi ci sente e non ci sente. E tu che ci stai a fare? Vediamo anche con la Uefa come rimodulare il calcio per accontentare tutti quanti. Infront dice che il campionato a 20 porta i soldi? Non è vero, dice delle bugie che vanno bene alle piccole società di calcio, non a quelle che vorrebbero un calcio competitivo: per farlo servono grossi calciatori. In estate si è fatto un mercato con tantissimi soldi, prima con delle operazioni da 50-60-70 milioni sembrava chissà cosa avessi fatto, ora è diventata una follia!". 

    DIRITTI TV - "Adesso bisogna vendere bene il calcio italiano che è molto indietro. Gli spagnoli hanno risanato il calcio con un amministratore delegato: loro prendono 700 milioni per l'estero, non si capisce perché noi ci dobbiamo accontentare di 300/400 milioni. Se De Siervo (amministratore delegato di Infront, ndr) non è capace di guidare una Ferrari dimostrando che ha una Fiat, ha sbagliato casa: accontenta solo i piccoli club. Perché dopo Bogarelli, un illuminato, devo avere un De Siervo che viene dalla Rai e non faceva delle grosse vendite? Serve qualcuno vicino a lui per fare delle trattative, non si possono fare trattative al di sotto del calcio spagnolo che ha Atletico, Real e Barcellona perché noi abbiamo Juve, Napoli, Inter, Milan, Roma, Lazio e Fiorentina. Quando sento parlare di Suning, dico che non può intervenire in queste trattative: è il presidente dell'Inter, che fa? Va al ribasso? Non va bene".

    ITALIA IN CRISI - "L'Italia mi preoccupa ormai da parecchi anni. Il problema non è tanto l’Italia quanto gli italiani, perché gli italiani non hanno una grossa capacità reattiva, di decidere, perché quando manca il 50 o il 60% dell’elettorato alle urne è grave, molto grave. Io combatto sempre con i miei figli che appartengono a questa generazione disaffezionata, e gli dico che non devono essere affezionati o disaffezionati alla classe politica, ma al Paese. È vostro, non è dei politici, i politici ve l'hanno scippato e finché voi siete fessi, loro ballano la tarantella".

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