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De Laurentis-Mazzarri, tregua di Natale

De Laurentis-Mazzarri, tregua di Natale

- Non illudano i 3 gol in 24′: la sestina al Genoa è da ufficio inchieste. Chissà quanti soldi sono stati scommessi sul cappotto del Genoa: la Procure impegnate sullo scandalo del calcioscomesse non mancheranno di indagare. Magari invece è stata solo la pochezza dei rossoblù: nonostante i 21 punti in classifica, Preziosi ha esonerato Malesani, “umiliato dalla batosta al San Paolo”. Mai ne aveva presi tanti.

Le due ultime vittorie azzurre sono costate le panchine di Lecce e Genoa. Ma stavolta un pessimo Genoa, ha svilito la vittoria del Napoli in una delle partite più attese di fine 2011. Segnali chiari sono partiti da Fuorigrotta, buona parte della squadra è con Mazzarri. La sfuriata di De Lauerentis alla fine del primo tempo di Vila Real e la partaccia dopo la Roma, hanno ricompattato gli azzurri. Durerà?

La risposta ce la deve l’anno nuovo sciogliendo 3 interrogativi: 1. come reagirà Mazzarri all’arrivo di Vargas? 2. Il Napoli riuscirà a recuperare punti in campionato entro Napoli-Chelsea? 3. Per rientrare in zona Europa – meglio Champions – come arriverà alla sfida di Londra?

Domande che si sarebbero dovute porre subito a Mazzarri, il quale ha preferito sfuggire partendo immediatamente per la Toscana senza parlare. Parlerà, cercando la scena assoluta e alimentando il disappunto della società. Il rientro di De Laurentis nella stanza dei bottoni del mercato è costato 11 milioni di euro cash (fidejussioni sulla seconda tranches di pagamento che l’UdC può scontare subito). Gli investimenti hanno superato i 50, cifra blu per stare fuori dalla Zona Coppe in campionato e magari rientrare da Londra a mani vuote. Ipotesi possibilissima anche toccando ferro.

Molto dipenderà dall’esito del braccio di ferro tra cinepresidente e l’allenatore più pagato della serie A, spiazzato dall’acquisto sudamericano suggerito da Alejandro Mazzoni, manager di Lavezzi, cui è andata anche una lauta ricompensa. Gli scenari sono diversi: il più credibile è la cessione dello stesso Lavezzi o di Hamsik, nonostante il fresco rinnovo a tutto giugno 2016.

De Laurentis si trova in una posizione scomoda quanto prevedibile: terzo posto e ottavi di Champions hanno fatto lievitare i costi fissi in maniera rilevante: Da qui a poco anche Maggio dovrà incassare quanto la maglia da titolare di Prandelli e il nuovo livello di ingaggio dei big azzurri impone. IL cinepresidente fa trapelare che il fatturato è arrivato a 170 milioni, se così fosse il punto è come sostenere questa spirale: a questo punto , infatti, non basta più partecipare seppur ad alto livello, serve vincere. E per vincere servono campioni veri e collaudati ed una guida tecnica di esperienza internazionale.

Al momento il Napoli non ha niente di tutto questo, se non 5-6 giocatori di prospettiva interessante attesi alla prova del nove. Cavani, Hamisk, Lavezzi, Inler, Maggio e De Sanctis costituiscono un gruppo di belle speranze su cui scommettere ma non l’ossatura di una squadra vincente, cui mancano due difensori, un centrocampista ed un attaccante di spessore indiscutibile, titolati, già pronti per il successo. Ovvero altri 80 milioni, oltre gli ingaggi, se spesi con competenza e tempestività.

Il Napoli non può reggere bilanci come quelli di Milan, Inter e Juventus. Non ha risorse fresche come gli americani della Roma. Non ha un piano marketing per inventarsi nuovo fatturato, possibile con uno stadio come quello di Torino, un settore giovanile che sforni campioncini da far crescere e in parte vendere, potentati industriali che garantiscano esposizioni con le banche. Vive di diritti tv, botteghino e qualche sponsorizzazione di favore colta qua e là. Ora che i cinepanettoni della Filmauro sono passati di moda, dovrà anche finanziare il cinema di cassetta di De Laurentis. Se non lo ha già fatto.

Per questo c’è poco da rallegrarsi per il 6-1 al Genoa, frutto della sbadataggine degli sbarbatelli di Malesani e della stizza del Napoli, accusato di scarso rendimento dal suo patron. Il nodo sulle scelte tecniche è irrisolto perchè queste scelte determinano l’equilibrio finanziario. Per vincere l’allenatore chiede 27enni top player, che ammortizzano in tempi più brevi l’investimento costano troppo dal primo anno di contratto. Non devino dimostrare niente e per scegliere Napoli chiedono almeno una contropartita economica pari ad altre offerte. Cosi sono arrivati i no di Criscito, Vidal e Vucinic. Anche Vargas è stato un mezzo bagno perchè L’Università di Cile lo ha comprato per meno della metà un anno fa, poteva farlo anche il Napoli. Altra accusa di cui Mazzarri è chiamato a rispondere.

Difficile prevedere l’epilogo, se si vuole essere buoni come ci chiede di questi tempio, Bambin Gesù.

Nel frattempo buon Avvento a tutti, anche a De Laurentis. Godiamoci Natale e Capodanno, il tempo del conto, arriverà!


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