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  • De Ligt, così tanti errori e falli di mano non sono solo sfortuna

    De Ligt, così tanti errori e falli di mano non sono solo sfortuna

    • Nicola Balice
    “Non capisco le critiche”. Così Matthijs de Ligt ha commentato il post Juventus-Lokomotiv Mosca ai media olandesi. Eppure, per quanto abbia solo vent'anni, per quanto sia oggettivamente complicato il doppio inserimento da straniero nel campionato italiano e da difensore nel sistema imposto da Maurizio Sarri, non dovrebbe essere complicato capire che le sue prestazioni siano al di sotto delle aspettative. Non manca la quota sfortuna o casualità, sia chiaro: c'era forse poco da fare per evitare il tocco di mano sulla carambola di Lucioni che a Lecce è poi costata due punti pesanti. Ma tra un errore e uno scherzo del destino, partita dopo partita, c'è sempre un suo tocco galeotto di mano o con il braccio: contro l'Inter, in Nazionale, contro il Bologna e ora a Lecce. Rigore giusto contro i nerazzurri, non assegnato giustamente col Bologna, sfortunato ma inevitabile contro il Lecce: alla fine, se i punti persi son solo due può pure andare bene nei giudizi complessivi legati a De Ligt.

    DEVE CRESCERE – L'infortunio di Giorgio Chiellini ha costretto De Ligt ad accelerare. Maurizio Sarri non cambia mai lui o Leonardo Bonucci perché ci sono meccanismi da assimilare. Ma anche senza lo stop del capitano, De Ligt avrebbe comunque trovato spazio, troppo grande l'investimento (85,7 milioni per acquistarlo oneri accessori inclusi, 12 milioni bonus compresi di ingaggio per cinque stagioni) per creare un caso: eppure il De Ligt ammirato nell'Ajax era diverso da quello che sta facendo fatica alla Juve, senza l'infortunio di Chiellini sarebbe (a ragione) la prima alternativa dei titolari anche considerando il ritorno di Bonucci ad altissimi livelli. Tante sbavature, piccole o grandi che siano, non mancano mai. E se quel pallone impazzito finisce sempre contro una sua mano o un braccio, forse non è solo sfortuna. Nessun dubbio sul suo valore, né sull'investimento fatto: De Ligt è forte, fortissimo, destinato a diventarlo sempre di più. Ma proprio per questo, così tanti errori devono far scattare un campanello d'allarme.

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