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  • De Zerbi e la simpatica ‘capocciata’ alla schiena dello steward

    De Zerbi e la simpatica ‘capocciata’ alla schiena dello steward

    • Luca Bedogni
    Secondo tempo di Sassuolo-Frosinone, i neroverdi stanno tentando la rimonta dopo una partenza in salita: al gol di Sammarco all’ottavo è seguito incredibilmente quello di Paganini al trentaseiesimo. De Zerbi per questo ha lasciato negli spogliatoi Lemos e Matri, probabilmente infuriato. Al loro posto sono entrati Boga e Babacar, squadra di nuovo col 4-3-3. La sensazione dall’alto è buona, è una partita che si può riprendere.

    Dalla tribuna stampa nuova del Mapei Stadium, tengo d’occhio il campo, il portatile che ho davanti e, con sguardo obliquo, l’ area tecnica dei neroverdi. È uno spasso assistere allo show del mister sotto la pioggia battente: il Roberto furioso.

    Di solito le sue armi preferite sono le bottigliette. Quelle da cui beve e che magari gli restano in mano il tempo di un’azione, o quelle che invece si trovano lì a terra, nei pressi della panchina. Una volta gliene ho vista lanciare una contro il giaccone chiuso di un suo collaboratore, neanche a due metri. Lui risponderebbe: “Mi conoscono e mi sopportano, sanno come sono fatto..”. In fondo una bottiglietta semiaperta lanciata contro un giaccone, non fa nemmeno rumore, chi si formalizza. Altre volte, non potendo distruggere a parole un giocatore troppo lontano, si volta come un indemoniato, e scarica la sua rabbia contro qualcuno in panchina, con l’indice puntato. Oggi però ne ho vista una che mi ha fatto ridere così tanto, che non posso tenerla per me.
     
    Dicevo che era il secondo tempo e pioveva a dirotto. De Zerbi si era messo un cappellino nero e aveva cambiato le scarpe inzuppate: da nere a bianche. Il Sassuolo non aveva ancora pareggiato e Babacar (ma non era il solo) lo stava facendo agitare di brutto. In realtà non ricordo bene chi o cosa lo abbia fatto reagire in quel modo. Ricordo solo la reazione (anche perché si arrabbia quasi ad ogni palla persa o mal gestita). Fatto sta che a un certo punto lo vedo che si gira e si dirige fuori dall’area tecnica, ma non verso il quarto uomo, dalla parte opposta, dove non c’è nessuno. Né collaboratori né giocatori (di solito al Mapei si scaldano tutti lungo il lato degli ospiti, dove corre il guardialinee).

    La camminata è isterica, a passi rapidi, sembra in realtà una specie di rincorsa. Ma non ci sono a disposizione bottigliette da calciare da quella parte, niente di niente. C’è solo uno steward che dà le spalle al manto verde, seduto placido e fradicio a guardare il pubblico in tribuna. Sapete quelli pagati per non vedere le partite? Oddio lo ha preso di mira, adesso che gli fa?

    Incredibile ma vero, alla fine gli ha tirato una capocciata sulla schiena senza nemmeno togliersi il berretto grondante. La casacca gialla fosforescente lo ha attratto come il rosso attrae i tori. Non sarà stata la testata di Zidane, però secondo me il tipo l’ha sentita. E infatti questo steward si è voltato sorpreso, e mentre De Zerbi si allontanava, gli ha allungato dietro la mano, come a dire “Ma guarda questo ..!”. Mi piacerebbe intervistarlo, questo tizio. Non penso neanche che l'abbiano ripresa questa scena. Povera, anonima vittima di una passione sfrenata. Era un caso da Var?  

    Ah, per la cronaca: forse è anche grazie a questa foga selvaggia che il Sassuolo l’ha pareggiata, oggi. Siamo salvi matematicamente. E miracolosamente, senza alcun ferito.  
     

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