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  • Derby senza pronostico: complicazione per l'Inter, grande occasione per il Milan

    Derby senza pronostico: complicazione per l'Inter, grande occasione per il Milan

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Il derby è una grande occasione per il Milan, una discreta complicazione per l'Inter che, essendo favorita, ha tutto da perdere. Intendiamoci: non che i rossoneri possano continuare nella loro picchiata a testa in giù, ma, in pura teoria, se c'è una squadra che dovrebbe passeggiare suoi cocci dell'avversario, questa è l'Inter. 
    Il Milan, invece, va così male che di più non si può. Eliminato dalla Coppa Italia, travolto nel derby di Supercoppa, umiliato dal Sassuolo (e omettiamo il resto), il gruppo-Pioli troverà certamente gli stimoli per rialzare la testa. Infatti questa volta non me la sento di indicare un vincitore, ma mi sorprenderei moltissimo se l'attuale divario tra Inter-Milan - parlo di divario fisico-tecnico-agonistico - dovesse aumentare ancora. 

    NUOVO MODULO - Pioli sa che continuare in questo modo non si può più (anche se non ufficialmente rischia la panchina) e cambia sistema di gioco: dal 4-2-3-1 al 4-3-3. Tuttavia, siccome nessun sistema di gioco garantisce alcunché, l'allenatore milanista sa che deve recuperare almeno tre cose: la compattezza (la squadra è sempre più lunga), il pressing nella metacampo avversaria (è diventato casuale ed episodico), il movimento senza palla (quando i centrocampisti sono in possesso del pallone hanno difficoltà a trovare compagni nello spazio). Va detto anche che Pioli si aspetta atteggiamenti più attivi e positivi di qualche leader (Theo Hernandez su tutti) oltre a un ritrovato spirito di spogliatoio, un luogo inviolabile dove si celebrano riti propiziatori a volte tribali. 

    ANTI CRISI - Avevo capito che la degenerazione milanista fosse in atto, giusto una settimana fa, quando Pioli aveva teorizzato che contro il Sassuolo l'importante era vincere, non importava come. Il gioco, insomma, non è determinante, contano i calciatori, gli episodi, i colpi. Sono gli argomenti di chi non ha argomenti. E pazienza se questi discorsi aleggiano nelle atmosfere fumose dei bar dello sport, ma quando atterrano sui campi di allenamento il problema è serio. 
    Ora, passata forzatamene questa fase (e cancellata questa frase), anche Pioli sembra aver recuperato contezza di sé. Il Milan non può avere dilapidato il patrimonio di conoscenza accumulato nella passata stagione. Da qualche parte deve essere, ma è necessario ripristinarlo. Altrimenti la crisi diventerà endemica. 

    POSSESSO PALLA DECISIVO - Il paradosso è che Inzaghi ha ben presente la pericolosità della situazione. Intanto perché pochi sono disposti a perdonargli sia il derby di ritorno dell'anno scorso, sia lo scudetto di quest'anno già assegnato al Napoli. E poi, perché un'eventuale sconfitta, consentirebbe al Milan un sorpasso assai poco digeribile. 
    La formazione nerazzurra dovrebbe essere la stessa del trionfo in Supercoppa, quindi con Skriniar in campo, ma non più capitano. Scelta drastica, ma giusta. Se, come annunciato da tutti, lo slovacco l'anno prossimo giocherà nel Paris Saint-Germain, è opportuno che la fascia vada sul braccio di qualcuno di più integrato (Lautaro Martinez), se non più fedele. Giusto anche preferire Dzeko a Lukaku e Calhanoglu a Brozovic, ancora in forte ritardo dopo l'infortunio.
    Non penso che Inter o Milan facciano una partita di attesa. Secondo me, chi tiene di più la palla ha maggiori probabilità di vittoria.
    L'importanza del possesso deriva dalla capacità di farlo fruttare verticalizzando con rapidità. E poi, chi non perde palla, non la regala al contropiede degli avversari. Nel quale nemmeno Inzaghi crede più. 
     

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