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  • Di Francesco: 'Schick non convocato, Nainggolan in dubbio. Sulla Lazio...' VIDEO

    Di Francesco: 'Schick non convocato, Nainggolan in dubbio. Sulla Lazio...' VIDEO

    E' un Eusebio Di Francesco carico quello che si presenta in conferenza stampa alla vigilia del derby contro la Lazio. Queste le parole raccolte da Calciomercato.com.

    Si torna col derby, lei ne ha vissuti tanti da giocatore e dirigente. Come lo vivranno i tre azzurri tornati delusi dalla nazionale?
    Due sono anche romani e romanisti, spero per loro che questo derby sia un modo per rifarsi. Spero possano mettere in campo tutta quella rabbia e cattiveria che spesso hanno già fatto vedere in partite come questa

    Come ha ritrovato da un punto fisico i nazionali, e come stanno Nainggolan e Schick?
    In generale sono tornati tutti in buona condizione, il gruppo intero lo ha avuto solo ieri. Su Nainggolan tra oggi e domani decideremo se sarà o meno convocabile per il derby. Schick non sarà convocato, rientrerà ad allenarsi in gruppo quando dimostrerà di stare bene altrimenti con me non si allena. 

    Ci sarà uno stadio pieno, un messaggio ai tifosi?
    Pochi giorni fa mi ha colpito l’affetto intorno al 10° anniversario della morte di Gabriele Sandri. Questo è lo sport e mi auguro che domani si vede quella civiltà, ma che ovviamente possa vincere la Roma. Il campanilismo deve restare

    Primo derby in panchina, cosa cambia da un punto di vista emotivo?
    Da allenatore per me sarà ancora più dura, perché quando sei calciatore ti sfoghi in campo. L’allenatore invece dipende più dagli altri. Emotivamente sarà difficile ma bello. Sono due squadre che stanno vivendo un momento ottimo. Sarà una gran partita.

    Chi e cosa teme maggiormente della Lazio?
    Hanno qualità e capacità di ripartire in verticale senza tanti punti di passaggio, soprattutto con Immobile che sa attaccare la profondità. E’ sempre pericoloso, lo è stato anche in nazionale. Ritengo che sia lui l’arma in più della Lazio e il pericolo numero uno per noi. Non dobbiamo però snaturarci.

    Kolarov sarà il grande ex del match. Come sta vivendo questa vigilia?
    Mi sembra molto tranquillo, fa pure battute sulla pressione che sentirà. Aleksandar ha grande forza e personalità anche se non sarà un ambiente facile per lui. 

    Quanto incide il risultato del derby nelle prospettive di campionato?
    Incide, ma questa partita va tolta dai discorsi di classifica. E’ unica, e va vissuta diversamente dalle altre. Può darci il la per proseguire un percorso importante. 

    Sono due mesi e mezzo che Schick ha giocato appena 15’? Cosa sta succedendo?
    Il dolore non lo lamenta in più, su questo è in crescita. Sta cercando di sistemare una fibrosi, e per farlo deve essere al top. Coi medici stiamo cercando di farlo tornare in condizione il prima possibile per farlo giocare. A volte i problemi non sono solo fisici, ma pure emotivi. Io ho chiesto ai medici di ridarmelo solo quando sarà al top, non voglio ricadute come accaduto in passato. 

    L’eliminazione dall’Italia può incidere sull’umore dei 5 nazionali in campo tra Roma e Lazio? E come si può riformare il calcio italiano?
    La prima cosa che mi viene in mente sono le seconde squadre. Il problema dei troppi stranieri è un alibi, serve una squadra B per far crescere i giovani e farli diventare giocatori importanti. Dalle grandi sconfitte nascono le grandi vittorie, mi auguro che questo possa riguardare anche i nostri azzurri delusi. 

    La Lazio ha un punto in più e vinto le ultime 10 partite. Può andare bene anche non perderlo?
    Non si parte mai per pareggiare una partita del genere. Non chiederò mai ai miei giocatori di partire con quell’obbiettivo. Non l’ho fatto nemmeno a Londra col Chelsea. Questo è dare mentalità. 

    Lei ha sempre schierato giocatori al 100%. Nainggolan può essere un’eccezione stavolta?
    Radja può essere importante anche all’80%, ma io mi auguro che tra oggi e domani mi dia delle risposte giuste. Io voglio farlo giocare, ma lo voglio almeno al 90&. 

    Cosa farebbe per vincere il derby?
    Farò di tutto per vincere, è doveroso nei confronti dei nostri tifosi. Il fatto di averli riportati allo stadio è un grande segnale. Non prometto nulla ma proveremo a non deluderli. 

    Un parere su Simone Inzaghi?
    Inzaghi è più giovane di me, e abbiamo avuto percorsi di carriera diversi. Lui è stato bravissimo a gestire gruppo e ambiente, abbiamo delle similitudini motivazionali ma non tattiche. Gli faccio i complimenti per quello che ha fatto con la poca esperienza da allenatore alle spalle. 

    E quale sarebbe il nome giusto per la nazionale?
    Non ho preferenze. Sono più importanti gli obiettivi, le infrastrutture e i progetti. Di allenatori bravi ce ne sono tanti, è facile dire Ancelotti. Ma non devo pubblicizzare nessuno. 

    Fosse stato lei Tavecchio si sarebbe dimesso?
    Oggi è come sparare sulla croce rossa, dico solo che ognuno di noi è padrone del suo destino. Si sarebbe potuto dimettere, ma sono curioso di capire il suo programma futuro. Bisogna vedere se c’è questo programma e se si può portare avanti. Mi auguro che non resti una roba politica, ma che diventi un qualcosa di più concreto. Io queste cose le ho dette nel recente passato, ho detto che eravamo indietro rispetto ad altri paesi. Dirlo ora è facile. 

    Senza Nainggolan può giocare Gerson, o comunque cambiare qualcosa anche nel tridente?
    No, la scelta di far giocare o no Nainggolan non cambia il resto della formazione. 

    Roma e Lazio sono due squadre rivelazione, ma chi è la più forte tecnicamente?
    Tutti dicono che siamo noi, ma io credo che la Lazio ha sbagliato davvero poco ultimamente sul mercato e sulle scelte. Hanno fatto un ottimo lavoro, se solo penso a Milinkovic-Savic o Immobile. Ma sono stati bravi anche a rigenerare alcuni giocatori come Luis Alberto. Per me siamo alla pari, non c’è una favorita. 


    Bruno Conti ha detto che lei ha riportato romanità. Spalletti spesso parlava di stile Roma, lei sente questa necessità?
    Lo stile Roma parte dall’alto, dalla società che sta facendo delle cose buone. Ringrazio Bruno, io mi sento romanista e cerco di trasmettere questo senso di appartenenza a tutti. Perché questa squadra ha bisogno di amore ed entusiasmo. 
     

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