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  • Di nuovo in Champions e un Hazard mai visto: Sarri è un vincente

    Di nuovo in Champions e un Hazard mai visto: Sarri è un vincente

    • Andrea Distaso
    Maurizio Sarri ce l'ha fatta. A concludere una stagione che per molti rischiava di terminare a febbraio con un esonero, figlio di un'improvvisa carenza di risultati e di una gestione dello spogliatoio sempre più problematica. Ma il calcio non può essere ridotto esclusivamente a un'analisi del momento e i fatti hanno finito per dare ragione al tecnico italiano, capace di riportare il Chelsea in Champions League con una giornata di anticipo, mettendosi alle spalle concorrenti agguerrite come Manchester United e Arsenal. Perdendo una Coppa di Lega contro una corrazzata solamente ai rigori e trovandosi a un passo dalla conquista della finale di Europa League. Provando soprattutto a rompere la tradizione che vigeva da anni ai Blues e a proporre in Inghilterra uno stile di gioco diverso, che i suoi calciatori, pur senza raggiungere i picchi del suo miglior Napoli, hanno saputo assimilare.

    ALTRO CHE PERDENTE... - In un Paese come il nostro, in cui il risultato sembra essere l'unico parametro per giudicare il valore di un allenatore, l'impatto che Sarri ha saputo avere a Napoli ha ottenuto l'enorme risultato di smuovere quanto meno alcune delle certezze consolidate e soprattutto dimostrare come lo strapotere della Juventus attuale possa essere messo in discussione attraverso la forza delle idee. Con un organico inferiore a chi da anni domina in Serie A, il Napoli ha seriamente rischiato di vincere lo scorso campionato, fatto che di per sé avrebbe dovuto ottenere un riconoscimento unanime, piuttosto che essere derubricato come l'ennesima conferma che il risultato vinca sempre sul gioco. E bollando Sarri come un "perdente di successo". Che poi, che cosa vuol dire nel calcio, o più in generale, nello sport, essere un vincente? Si tratta di una domanda non banale, perché in un momento storico in cui il dibattito, soprattutto televisivo, ha assunto i toni di una vera guerra di religioni, è giunta l'ora di riportare il discorso a una dimensione più "terrena". 

    CHE HAZARD - Vincente è indubbiamente chi arricchisce la bacheca di trofei, ma lo è anche chi, disponendo di risorse inferiori rispetto ai suoi concorrenti, ne insidia fortemente il predominio e/o consegue il proprio traguardo riuscendo a produrre uno spettacolo appagante per il pubblico che vi assiste. Convincendo i propri calciatori a sposare un progetto tattico che esalta le qualità dei singoli puntando sulla forza del collettivo. Chiedere per informazioni a Eden Hazard, definito come uno dei più fieri oppositori del Sarriball e protagonista (verosimilmente alla sua ultima stagione con la maglia del Chelsea) della sua annata migliore a livello di rendimento. 16 gol e 15 assist, un dato statistico che in Premier League non si vedeva dai tempi di Thierry Henry (2003) e che inserisce il belga in un club molto riservato a cui appartengono anche campioni come Cantona e Le Tissier. Ha diviso la critica, l'intransigente stampa inglese e persino i suoi tifosi e, anche qualora il club decidesse di metterne in discussione l'operato in questa tormentata stagione, i fatti finirebbero per emettere un solo e unico verdetto: Sarri ha vinto.

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