Di Vaio:| 'Totti negli Usa? Non si muove da Roma'
Marco Di Vaio, attaccante dei Montreal Impact ed ex calciatore della Lazio è intervenuto ai microfoni di RTL 102.5 in “Password” con Nicoletta e Gabriele Parpiglia a proposito del prossimo derby tra Roma e Lazio:
"È impossibile far pronostici per il derby, di solito chi arriva peggio al derby lo vince perché è più concentrato. Venendo da un risultato molto brutto mi auguro possa vincerlo la Lazio".
A Totti manca un goal per entrare nella leggenda dei calciatori che hanno segnato di più nel derby romano, ti auguri che ci riesca o no?
"Magari che faccia gol ma non vincano la partita. Me lo auguro per lui, fa parte della storia della Roma, è un grande giocatore, un grande uomo, lo conosco ed è un bravissimo ragazzo. Mi farebbe piacere per lui ma che vinca la Lazio".
Si può fare un parallelo tra il campionato americano e quello italiano?
"Sarebbe giusto un buon mix. Gli americani sono fenomenali a vendere un prodotto che non ha storia alle spalle. Vorrebbero far diventare il calcio come un altro sport nazionale tipo basket, baseball, sono bravissimi nel marketing ma non hanno storia alle spalle. Noi abbiamo cento anni di storia di calcio e il nostro prodotto è sicuramente migliore e quello che proponiamo in campo a livello tecnico-tattico è decisamente migliore, è un’altra storia".
Totti ti ha mai chiesto informazioni sulla realtà del calcio americano?
"Con Francesco abbiamo parlato questa estate quando ci siamo visti, abbiamo parlato del campionato, delle esperienze, ma secondo me da Roma non lo muove nessuno".
Nesta invece si è mosso ed è tuo compagno di squadra. Oggi ha detto che il Milan risorgerà, cosa ne pensi?
"Stanno costruendo per il futuro, ovviamente è una squadra giovane, hanno buoni giocatori per il futuro e stanno costruendo qualcosa di importante ma ci vorrà del tempo. La società sta investendo sui giovani e cercando di cambiare, ora hanno subito un ridimensionamento, ma hanno qualcosa di importante per il futuro ad alti livelli".
Stimi Zeman come uomo?
"Molto, è stato mio allenatore, mi ha marcato e lo ringrazierò a vita perché gli attaccanti quando passano sotto di lui si portano i suoi movimenti dietro per sempre, come è successo a me. È una persona molto coerente e dritta e, nonostante ci abbia rimesso un po’ le penne e la carriera per il suo modo di essere, non è mai tornato indietro, per questo merita rispetto".
L’estate scorsa sei stato tirato in ballo nella vicenda delle scommesse, ne sei uscito pulitissimo ma sono bocconi amari da vivere?
"A livello calcistico ho passato forse il più brutto mese della mia vita, perché è stata una cosa che ha coinvolto non solo me , ma tutta la mia famiglia. È brutto trovarsi in una situazione del genere e la paura è di non potersi difendere e essere chiamato in causa così è stato veramente terribile. Soprattutto nella parte finale della mia carriera, il terrore di smettere in quella maniera era una cosa che mi terrorizzava e ringraziando Dio la giustizia ha fatto il suo corso ed ha lavorato in maniera perfetta, per quanto mi riguarda. Sono contento di come sono andate le cose, ma mi rendo conto che uno può trovarsi in questo momento di terrore mentre sono a caccia dell’uomo nero dappertutto, ma trovarsi in queste situazioni è veramente dura e io l’ho vissuto in maniera negativa".