Calciomercato.com

  • Diario da Londra: tornare o non tornare, questo il problema

    Diario da Londra: tornare o non tornare, questo il problema

    • Caterina Soffici
    Telefonate, chat, sussurri di un'umanità spaventata, abituata a cliccare sul sito della compagnia aerea, carta di credito alla mano, e prenotare. Niente voli, frontiere chiuse, in questo terzo giorno dello sgretolamento dell'Europa unita, si sentono storie assurde di famiglie che fanno rientrare figli scali e triangolazioni da Francoforte, altri da Monaco, altri in torpedoni di macchine, altri con Tgv improbabili che un giorno ci sono, mezz'ora dopo sono stati cancellati (in calce informazioni utili). 

    Decine di migliaia di persone che non sanno che fare. Studenti, sì. Ma anche i famosi camerieri e baristi rimasti senza lavoro e i cervelli in fuga, che lavorano in università che piano piano stanno chiudendo, in ordine sparso, perché il biondo pazzo spara 330 miliardi nel sistema economico, ma non dice agli inglesi con chiarezza cosa devono fare. 

    I ragazzi dove sono? Quando tornano? Digli che si ricordino di stampare il lasciapassare. Quale lasciapassare? Quello sul sito del ministero dell'Interno. Ma non ha la stampante. Faccia uno screenshot. Ma vale? Non lo so. Ma la francia in macchina si attraversa? Chi lo sa. Dicono ci vuole un foglio di via. Chi lo dice? Non lo so. Nessuno sa niente, perché ogni paese va in ordine sparso e la disgregazione di questi giorni ricorda tanto i racconti dei diari di guerra di Caporetto. Anche la parole sono le stesse. Dopo aver compulsato febbrilmente le pagine del Manzoni sulla peste a Milano, date un'occhiata anche a Ernest Hemingway, Addio alle armi. Tutto è già stato scritto, per chi lo vuole leggere. 

    Noi comunque stiamo tutti bene e siamo asserragliati in casa. Oggi è finita la frutta e proverò una sortita. Non vado al supermercato, ma al mio banchetto di Sheperd's Bush Market e spero di trovarlo aperto. Sono una famiglia di inglesi meno matti del loro capo. John il verduraio è sempre stato gentilissimo con me, non lo abbandono ora nel momento del bisogno. Vado in bici. E mi metterò la mascherina e i guanti, come mi avete consigliato tutti voi dall'Italia. 

    Sì, di mascherine se ne vedono ancora poche. Siamo un po' i cinesi di Londra. E ci guardano male. Ma almeno stanno a distanza. Io ne ho trovato un pacco da 50 nella farmacia di Blythe Road, proprio accanto alla Pentolina, per la modica cifra di 59 sterline. Ne erano rimasti due pacchi di quelle chirurgiche, perché gli inglesi ancora ci prendono un po' per matti che ci mettiamo le mascherine. Ma non mi sono azzardata a comprarle entrambe. Così ho chiamato Heidi: se vieni subito ce n'è un pacco. L'ho tenuto d'occhio, pronta ad arraffarlo con mani da sciacallo, finché non è arrivata. Era titubante per il prezzo. Ho insistito che le prendesse. Ieri mi ha detto che per chi le  ha ordinate ora (sempre che arrivino), la stessa scatola costerà 80 sterline. Signorini anche qui, a quanto pare. 

    Io la mascherina la metto. L'altro giorno una simpatica signora mi ha quasi urlato dietro: "Ma smettetela, è solo una fucking flue". (Fottuta influenza, per chi non ha dimestichezza con il lessico degli autoctoni). Alla cassa della spesa da Tesco un'altra simpatica coppia di una certa età (le ignare vittime designate dal piano di delitto perfetto del biondo pazzo) mi ha gentilmente (è ironico, eh) invitato a procedere, visto che stavo a un metro di distanza dalla persona davanti a me. Gli ho gentilmente risposto (anche io in maniera ironica, eh) che si facessero i fatti loro. Anzi, che stessero a un metro da me. Gentilmente mi hanno aggredito: "Tanto quelle mascherine non servono a niente". Allora ho gentilmente mostrato i miei guanti di lattice. Si sono girati schifati. 

    Adesso vado. Poi vi dico come è la situazione nel mondo citeriore. 

    P.S. Informazioni di servizio: Alitalia fa un volo giornaliero da Londra su Roma, alle 8 di sera. 
    Sappiate che c'è obbligo di autodenunciarsi alle autorità sanitarie una volta arrivati al domicilio e QUARANTENA OBBLIGATORIA di 14 giorni per chi rientra (possibilmente non a casa con la nonna). L'Ambasciatore ha chiesto di guardare il sito e non telefonare o scrivere. Da venerdì hanno ricevuto 7mila chiamate e 10mila email per chiedere cose che potete trovare qui. 
     

    Altre Notizie