Calciomercato.com

  • Diario di una quarantena, Pascali a CM: 'La 'Casa de Manuel' show contro il virus. Tra Lodi e la Scozia, così è nato tutto. Gestione Serie A da barzelletta'
Diario di una quarantena, Pascali a CM: 'La 'Casa de Manuel' show contro il virus. Tra Lodi e la Scozia, così è nato tutto. Gestione Serie A da barzelletta'

Diario di una quarantena, Pascali a CM: 'La 'Casa de Manuel' show contro il virus. Tra Lodi e la Scozia, così è nato tutto. Gestione Serie A da barzelletta'

  • Alessandro Di Gioia
"Aiuto mia moglie a cucinare la crostata, prima ho giocato con i miei bimbi": la quarantena di Manuel Pascali è simile a quella di tanti mariti e padri di oggi, che provano a rassicurare figli e parenti nel miglior modo possibile. Non facile per Paska, un calciatore la cui carriera somiglia alla storia di un William Wallace del ventunesimo secolo, vista l'esperienza da eroe in Scozia con la maglia del Kilmarnock, con la quale ha vinto l'unica storica coppa nazionale del club, e quelle più recenti con Cittadella e Cosenza, dove ha collezionato due promozioni di fila. 

Ma Calciomercato.com ha voluto intervistare Pascali in un'altra ottica. Durante gli ultimi difficili giorni è salito alla ribalta per un'iniziativa simpatica, divertente e allegra: ogni sera infatti, assieme all'ex compagno e capitano del Cittadella Manuel Iori, trasmette in diretta su Instagram lo show “La casa de Manuel”, per cercare di esorcizzare con qualche risata il clima pesante e di tensione trasmesso dalla quarantena obbligatoria in seguito alla diffusione del Coronavirus. 


Come le è venuta in mente questa splendida idea?
"Abbiamo trasmesso la prima puntata giovedì scorso, ormai siamo a una settimana di show. Io e Manuel Iori (centrocampista e capitano del Cittadella, ndr) siamo amici da 20 anni, anche con le famiglie, oltre ad aver giocato assieme. Mi scrive un messaggio dicendo di annoiarsi e di voler organizzare qualcosa, io subito penso a una sessione di allenamento in diretta su Instagram".

E invece?
"Mi spiega che dobbiamo inventarci qualcosa, qualcosa di diverso, una diretta ma mentre chiacchieriamo: così la prima sera io e lui, quasi per gioco, ci siamo collegati, per un'ora di scherzi e facezie, aneddoti del rettangolo verde. Insomma, un momento per cercare di divertirsi e di togliere un attimo dalla testa la difficile realtà odierna".

Ci siete riuscite, a giudicare dal seguito.
"Abbiamo subito cercato e trovato un nome interessante: "La casa de Manuel", visto il nostro comune nome di battesimo e l'ispirazione dalla nota serie di successo, "La casa de papel" ("La casa di carta", ndr)

Più una serie di ospiti incredibili, collegati con voi.
"Lunedì eravamo con Christian Kouame (attaccante della Fiorentina, ex Genoa, ndr), che entrambi abbiamo visto crescere nel Cittadella. Lui è la reale rappresentazione del calcio vero, il calcio con il sorriso. Trasmette allegria e voglia di vivere. Martedì invece c’era Marco Parolo della Lazio, che è stato con me a Foligno. Ieri Mirko Antenucci del Bari, capocannoniere in C. Mica male

Non solo lui però, anche altri vostri ex compagni.
"Siamo partiti subito forte con Alfo (Enrico Alfonso, portiere del Brescia, ndr), poi Di Cesare che ha giocato con Iori a Torino, poi Massimo Volta (difensore del Benevento, ndr). La nostra regola è quella di scegliere ospiti che abbiamo vissuto, che abbiano un passato in comune con noi, esperienze trascorse assieme. Così vengono fuori cose più carine e aneddoti divertenti, grazie anche alla loro disponibilità, nonostante qualcuno sia timido"

Lei e Iori sembrate nati per fare show: come lo organizzate?
"Ci compensiamo bene, quello che c'è dietro è un lungo studio ormai: cerchiamo personaggi con l'X factor. In questo momento è difficile non parlare di quello che accade fuori, ci piace regalare momenti di spensieratezza e un sorriso serale per spezzare la tristezza. Abbiamo un bel palinsesto, così organizzato: 20 minuti di "cazzate", l'intervento dell'ospite e infine rispondiamo alle domande di chi ci segue. E' un modo per far vedere che la categoria dei calciatori sa fare anche altro"

Senta, lei gioca al Fanfulla, squadra di Lodi. Nella zona ci sono stati i primi casi di Coronavirus, voi cosa avete provato?
"Siamo stati i primi ad essere colpiti, la prima squadra travolta dalla catastrofe: stavamo preparando la partita contro il Mantova, quando si palesa il paziente uno, a Codogno ovvero a 10 chilometri da noi. Tra l'altro giocava nella squadra amatoriale dei tifosi del Fanfulla, gente vicinissima alla squadra".

Come l'avete presa?
"All'inizio anche scherzosamente, con superficialità. Non ci saremmo mai aspettati di essere poi travolti in pieno dalla situazione, perché abbiamo avuto persone vicine alla società colpite direttamente. Abbiamo capito subito che la cosa era diventata seria, visto che poi hanno chiuso subito i comuni interessati"

Ora sembra andare meglio in quella zona.
"I contagi a Codogno sono molto pochi, noi ora dal canto nostro combattiamo la superficialità e chi sta prendendo questa situazione drammatica come una vacanza. Paghiamo tutti la negligenza degli altri: una mia cara amica lavora in ospedale, non vede i figli da settimane e dorme nel letto separato da quello del marito"

Impossibile riprendere a breve, col calcio.
"Ad aprile non si ricomincia, devono spostare l'Europeo e far finire campionati, giocando a maggio e giugno. Purtroppo la situazione vissuta è figlia di interessi economici, che fanno disinnamorare la gente del mondo del calcio".

Una situazione ai limiti del grottesco
 "Una barzelletta: l'ultima giornata di Serie A andava fermata molto prima, tant'è che ora ci sono calciatori positivi. I miei ex compagni del Cosenza hanno giocato a Verona contro il Chievo a decreto emanato, un'assurdità che purtroppo la categoria non è riuscita a frenare"

Lei ha giocato in Scozia per tanti anni, ha amici lì: come la stanno vivendo, anche in seguito alle parole del primo ministro Boris Johnson?
"Nel Regno Unito vorrebbero attuare una strategia allucinante, far ammalare tutti per sviluppare l'immunità di gregge: in Scozia sono preoccupati, mi hanno scritto in tanti, angosciati. L'Italia è vista come esempio, devono bloccare il campionato: la loro gestione è scellerata, vogliono mandare gli Over 60 in isolamento per quattro mesi per toglierli dal pericolo, per il resto non contenere il virus. Un'assurdità allucinante, che trovo molto strana perché hanno sempre avuto regole ferree e giudizio. Mi aspetto un comportamento forte, come in Australia, dove hanno stabilito il coprifuoco".

Nel corso di tutta la sua carriera ha mostrato di essere un innovatore spesso decisivo, non si è mai fermato: quali sono i progetti dopo l'addio al calcio? 
"Vedremo, durante tutta la mia carriera sono sempre stato uno che ricerca nuove sfide, che ha bisogno di uscire dalla zona di comfort. Quando ho bisogno di qualcosa di nuovo voglio alzare l'asticella: in altre vesti, ma voglio restare sul rettangolo verde. Devo studiare, ma ce la farò. Una nuova sfida è già pronta. Ma prima c'è "La casa de Manuel".

@AleDigio89

Altre Notizie