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  • Diario di una quarantena, Tessiore positivo in Serie C: 'Con il pianoforte affronto il virus. Giovani, sacrificatevi'

    Diario di una quarantena, Tessiore positivo in Serie C: 'Con il pianoforte affronto il virus. Giovani, sacrificatevi'

    • Luca Fazzini
    Da campo e spogliatoio a malattia e quarantena. Tutto in pochi giorni. È la storia di Andrea Tessiore, protagonista oggi della quarta puntata di Diario di una quarantena, rubrica nella quale personaggi del mondo del calcio raccontano come stanno vivendo questo momento difficile per tutti. Centrocampista centrale della Vis Pesaro, in Serie C, ha scoperto la scorsa settimana di essere positivo al coronavirus. "Ora sto decisamente meglio" ci tiene a precisare. "Mi sento ancora un po' stanco, ma sto bene. Nelle scorse settimane sono entrato in contatto con un'anziana, la mia vicina di casa: sono andato a trovarla perché non stava fisicamente molto bene. Due giorni dopo mi è venuta la febbre, ma al momento mi sembrava una normale influenza". Pensiero condivisibile, specie da chi - nella vita - è atleta professionista. "Poco dopo ho scoperto che la signora era stata ricoverata in terapia intensiva, allora ho chiamato il medico della Vis, ho fatto il tampone e ho scoperto di essere positivo". 

    L'ATTESA - Sì, il maledetto Covid-19 aveva colpito anche lui. Era arrivato anche nel mondo del calcio: Tessiore (foto Vis Pesaro) è stato tra i primissimi professionisti, in Italia, a risultare positivo. "In realtà quando mi hanno dato la notizia non è stata una sorpresa così grande. Il momento peggiore è stato il periodo tra quando ho scoperto la positività della mia vicina e il risultato del tampone". Avere la coscienza del rischio senza esserne certo. Andrea si fa coraggio, affronta la realtà anche grazie al supporto dei compagni. Quelli che, fino a pochi giorni prima, erano alleati in campo: "Loro sono fermi, tutti in quarantena volontaria. Li ho sentiti, mi stanno vicini ogni giorno". 

    TRA PLASTATION E PIANOFORTE - Skype, Whatsapp, app per videochiamate: (quasi) tutto, in questo periodo, passa dallo smartphone. Specie per chi vive da solo, lontano da famiglia e amici. Andrea è abituato, è distante dalla sua famiglia da quando aveva 14 anni: nato a Pietra Ligure, è cresciuto nelle giovanili della Sampdoria, prima del balzo nel professionismo. Ora è al secondo anno alla Vis Pesaro: "Beh, quando ho saputo di essere positivo - ammette - avrei preferito avere qualche familiare vicino". Non potendoci, sfrutta quel tempo che spesso - tra allenamenti, partite e trasferte - è troppo poco: "Da quando sono nato faccio sempre la stessa cosa, andare al campo è un piacere. Mi manca: va bene stare a casa 2-3 giorni, ma poi il pensiero è sempre al calcio. Come trascorro le giornate? Guardo film, gioco alla PlayStation e suono il pianoforte. Mio papà è un musicista, è una mia grande passione, ma non ho mai tempo" racconta Andrea. 

    CONSIGLIO - All'orizzonte, intanto, c'è la speranza di tornare a giocare. Voglia, impazienza, brama di rimettersi le scarpe con i tacchetti. C'è però soprattutto la consapevolezza di affrontare un avversario tosto: "Noi giovani atleti siamo in salute, siamo forti grazie alle difese immunitarie. Magari mostriamo meno sintomi, ma possiamo infettare i meno fortunati, gli anziani. Dobbiamo stare attenti. Ai giovani dico: senza questo sacrificio, il periodo si allunga!". E allora in bocca al lupo, Andrea!

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