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  • DiBenedetto: 'De Rossi? Lo teniamo'. Luis Enrique: 'Mercato? Lavoriamo forte'

    DiBenedetto: 'De Rossi? Lo teniamo'. Luis Enrique: 'Mercato? Lavoriamo forte'

    DI BENEDETTO:  Prima conferenza stampa a Trigoria per Thomas Richard DiBenedetto, nuovo azionista di maggioranza della Roma. 

     
    "Stiamo cominciando una nuova era che cambierà il mondo del calcio - spiega l'imprenditore americano -. Abbiamo ambizioni ed un sogno condiviso dalla gente di Roma. Questo sogno richiederà del tempo per concretizzarsi ma noi ci lavoreremo alacremente. Stiamo creando le condizioni affinchè la squadra possa dare il meglio di se stessa". 
     
    "Il nostro obiettivo primario è quello che avviene sul campo - ha aggiunto DibBenedetto - e nelle prossime settimane avremo le idee più chiare sul futuro della squadra. Stiamo inseguendo dei giovani, puntiamo su di loro, e dobbiamo avere pazienza se faranno degli errori. Di certo la priorità è creare il miglior team di management, mettendo la squadra al centro di tutto".
     
    "Vogliamo vincere il campionato il prima possibile, questo è certo - prosegue il nuovo patron giallorosso - . Le perplessità di Totti? Lui è il più grande giocatore che ci sia mai stato nella Roma, e forse in Italia. Lui è un vincente e anche noi, ma Roma non è stata costruita in un giorno, quindi i nostri manager e l'allenatore faranno il massimo per mettere in campo la squadra migliore".
     
    Poi, su De Rossi: "Noi vogliamo che lui resti in giallorosso e lavoreremo con lui per raggiungere questo obiettivo". E su Franco Baldini: "Faremo di tutto per averlo qui il prima possibile". 
     
    Infine, una promessa: "Mi vedrete spesso qui a Roma. Di sicuro passerò molto tempo nella capitale. Mi sposterò a Roma perchè voglio capire la cultura della società". 
     
    LUIS ENRIQUE: Dopo DiBenedetto, tocca a Luis Enrique, nuovo allenatore della Roma, presentarsi alla stampa. 
     
    "Io credo che quando la Roma ha deciso di mettere sotto contratto un allenatore e un gruppo di lavoro giovane lo ha fatto per prendere un gruppo anche per le idee che ha e per il gioco. Abbiamo bisogno di giocatori di livello, di rinforzi, e ringrazio la società che vive un momento di passaggio per avermi scelto", esordisce l'ex tecnico del Barcellona B.
     
    Sulla questione portieri: Kameni verrà preferito a Stekelenburg per scelta tecnica? "Ancora non so, e aspetto quando Sabatini mi comunicherà chi sarà il portiere - dice Luis Enrique -. So che stiamo lavorando forte, non ho avuto conferme, ma che sia Kameni o Stekelenburg saranno alternative importanti". 
     
    "Quando stavamo trattando - prosegue il tecnico spagnolo - la società mi ha conosciuto come allenatore offensivo, che ama far giocare all'attacco, con gente di qualità. Io non concepisco il calcio in altro modo e l'importante è che i tifosi si divertano. Vedremo tra un anno quali saranno stati gli sviluppi, nel calcio non c'è memoria e dipende tutto dai risultati. Ma sono ottimista, non ho dubbi che la Roma giocherà in una maniera offensiva. Ma non si può trasmettere tutto in un giorno o in un mese, avremo un cambio di identità vero e proprio. È necessario che ci diano fiducia, anche se si sa che il calcio non ha memoria e tutto dipende dai risultati. Ma sono ottimista, la Roma giocherà un calcio offensivo, e se poi le cose andranno male verrà un altro allenatore e non ci saranno problemi". 
     
    Sugli obiettivi di classifica: "Non so, non abbiamo tutta la squadra e non la conosco tanto da dire che livello raggiungeremo. Però posso assicurare che la squadra giocherà tutte le partite in un modo che piacerà ai tifosi. Giocheremo per vincere e non avremo atteggiamenti speculativi o difensivi". 
     
    Il modello Barcellona: "Non vengo ad impiantare il modello del Barcellona, perchè ci vogliono molti anni ed è un modo di giocare che va dai bambini fino alla prima squadra. Il paragone con Guardiola? Siamo ancora lontani, lui è, se non il migliore allenatore del mondo, uno dei migliori. Diciamo che io vengo ad impiantare un qualcosa che gli assomiglia. Il gioco e il modulo dipendono da cose come il numero dei calciatori e dalla loro qualità. Non potrei fare il 4-3-3 se avessi giocatori che non riescono a fare tre passaggi di seguito, che non è il caso della Roma. Ma ciò su cui non transigo è il possesso di palla, perchè è quando fai così che l'avversario soffre". 

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