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  • Dilettanti e giovani, una realtà sull'orlo del baratro: ecatombe di società. Politica e Figc, è il momento di dare una svolta
Dilettanti e giovani, una realtà sull'orlo del baratro: ecatombe di società. Politica e Figc, è il momento di dare una svolta

Dilettanti e giovani, una realtà sull'orlo del baratro: ecatombe di società. Politica e Figc, è il momento di dare una svolta

  • Andrea Distaso
E' trascorso oltre un anno dall'inizio dell'emergenza sanitaria che ha sconvolto il pianeta e che ha influenzato pesantemente ogni aspetto della nostra socialità, compreso il mondo dello sport. Non fa eccezione il calcio, costretto tuttora a fare i conti con le conseguenze di un crollo generalizzato degli introiti a livello professionistico, che non può e non deve far passare in secondo una realtà "sommersa" ancora più in difficoltà. Dopo oltre un anno di convivenza con la pandemia, il movimento dilettantistico sul territorio nazionale è allo stremo, provato oltremodo dalla sospensione per diversi mesi dell'attività agonistica e che oggi rivendica un'attenzione maggiore da parte delle istituzioni per non rendere ancora più drammatica la propria situazione.

NUMERI DA URLO - Secondo gli ultimi dati forniti nel 2019, in Italia sono oltre 12.000 le società iscritte alla Lega Nazionale Dilettante, con circa 64.000 squadre che partecipano ai rispettivi campionati provinciali e regionali e che, lato sportivo a parte, svolgono una funzione sociale di enorme rilevanza a livello sociale per giovani e giovanissimi. Parliamo dell'attività di base, quella che rischia di subire i danni più importanti dallo stato di crisi che stiamo vivendo tutti quanti. Secondo quanto appreso da calciomercato.com, soltanto a Milano e provincia nell'ultimo anno 13 società hanno dovuto chiudere i battenti per l'impossibilità a fronteggiare la mancanza di fondi generata dalla sospensione parziale o totale delle attività, un numero evidentemente destinato a crescere sensibilmente in vista dei mesi a venire, quando i vari comitati si troveranno a fare la conta di chi potrà figurare nelle rispettive liste per la disputa dei campionati. "Magari fossero solo 13, considerando che sul territorio lombardo parliamo di un bacino di 1400 società...", è l'amaro commento a calciomercato.com di Carlo Tavecchio, eletto lo scorso gennaio presidente del Comitato Regionale Lombardia dei Dilettanti.

L'ORA DEI FATTI - Quella di Milano e della Lombardia è una fotografia evidentemente parziale di una situazione con numeri estremamente allarmanti e che rischia di peggiorare ulteriormente se gli organi competenti in materia sportiva e politica non interverranno a breve con provvedimenti ad hoc. Nel Consiglio di Lega della Serie A di oggi l'argomento sarà affrontato e, soprattutto in occasione del Consiglio Federale del prossimo 10 maggio, i rappresentanti della LND presieduta da Cosimo Sibilia punteranno a far mantenere al numero uno della FIGC Gravina e agli esponenti del governo Draghi (nelle scorse settimane Sibilia ha avuto un incontro sull'argomento col Sottosegretario per lo Sport Valentina Vezzali) gli impegni verbali sottoscritti per rivolgere una maggiore attenzione e trovare le forme di ristoro più adatte per rilanciare tutta l'attività sportiva di base sul territorio italiano.

LA MOSSA DELLA FIGC - Nel maggio 2020, nell'ambito del cosiddetto Fondo Salva-Calcio stanziato dalla Federcalcio - attingendo a risorse personali - è stato erogato alla Lega Nazionale Dilettanti un contributo di 5 milioni di euro, che ha riguardato anche il settore scolastico e l'attività di base, il calcio a 5 e il calcio femminile. A luglio, la LND ha comunicato alla FIGC con quali modalità sarebbero state utilizzate le risorse economiche ricevute: erogazione di un “contributo-Covid” per ridurre le spese di iscrizione ai campionati con una tabella parametrata sulle diverse categorie, sia regionali che provinciali. La distribuzione dei contributi è oggetto di rendicontazione da parte della LND alla FIGC. Un contributo per alleviare molte società da costi fattisi insostenibili, ma evidentemente insufficiente per fronteggiare le perdite generate dal calo delle iscrizioni e dei tesseramenti degli atleti e per sostenere tutto il personale che nel calcio dilettantistico - calciatori, allenatori e personale amministrativo - sono attori protagonisti.

SI PUO' FARE DI PIU' - E la politica che ha fatto sino ad oggi? Decisamente poco, raccogliendo i pareri di chi nella Lega Nazionale Dilettanti auspica una drastica inversione di tendenza rispetto agli ultimi mesi. "La Regione Lombardia ha stanziato un contributo che ammonta a circa 66.000, ma solo per le società iscritte al campionato di Eccellenza, costrette a fronteggiare costi imprevisti come quelli per i tamponi da effettuare per poter regolarmente prendere parte alle competizioni", dichiara ancora Carlo Tavecchio. Più dure le reazioni raccolte in LND, col presidente Sibilia che ha più volte denunciato la scarsa sensibilità delle istituzioni per l'attività e che auspica che la stagione delle tante parole e dei pochi fatti del periodo precedente all'avvento di Draghi sia definitivamente alle spalle. Va poi segnalato il provvedimento con cui il Comune di Milano, in accordo con Inter e Milan, ha stanziato un fondo da 320.000 per le associazioni e le società sportive colpite duramente dal Covid-19, ricavato da parte dal contributo dovuto dai due club secondo la convenzione per la concessione d’uso e di gestione dello stadio "Meazza ". Piccoli ma significativi gesti che da soli non possono tuttavia risultare sufficienti ad alleviare la pesante crisi che attanaglia il mondo del calcio dilettantistico. E' il momento di intervenire e il Consiglio Federale del 10 maggio diventa un appuntamento fondamentale.

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