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  • Diritto in gol: la Francia torna grande, ossigeno per il sistema

    Diritto in gol: la Francia torna grande, ossigeno per il sistema

    Calciomercato.com ha chiesto all’Avv. e Agente Fifa Jean-Christophe Cataliotti, esperto di diritto calcistico e titolare dei corsi di Reggio Emilia per osservatori di calcio e agenti dei calciatori (per info si rimanda al sito www.footballworkshop.it), e al Dott. Tommaso Fabretti, laureato in Economia e Management presso l’Università Politecnica delle Marche, di analizzare i riflessi economici conseguenti ai risultati sportivi ottenuti dalla Francia in questo Mondiale.

    Dopo otto anni di grandi delusioni, la nazionale francese è tornata ad esprimersi su ottimi livelli in una grande competizione internazionale, terminando la sua corsa ai quarti di finale del mondiale brasiliano contro la corazzata tedesca. Un’esperienza positiva di cui buona parte del merito va al commissario tecnico Didier Deschamps, che ha saputo creare un gruppo solido coniugando l’esperienza di giocatori affermati da anni come Benzema alla freschezza delle nuove leve come Pogba, Varane e Griezmann.

    Questa ventata d’ossigeno per un movimento calcistico che, ormai da anni, era finito nell’anonimato dopo la grandeur vissuta nel periodo d’oro di Zidane, ha portato diversi benefici anche al di fuori del campo di gioco, con forti ripercussioni positive su tutto il sistema economico che gravita attorno alla nazionale d’Oltralpe. Proviamo ad analizzarne gli aspetti salienti.

    Partiamo innanzitutto dai risvolti finanziari che interessano la federazione calcistica francese: i premi elargiti dalla Fifa in relazione al cammino della squadra nella competizione brasiliana sfiorano i 20 milioni di euro, in parte determinati dalla sola partecipazione ai gironi (circa 9 milioni di euro) più la restante quota legata ai risultati ottenuti che hanno determinato il raggiungimento dei quarti di finale.

    Anche i contratti con le televisioni per la trasmissione delle partite dei Bleus per il quadriennio 2014-2018 sono fortemente remunerativi, nell’ordine dei 140 milioni di euro totali. A questo si aggiungano gli accordi con gli sponsor, che fruttano ogni anno circa 83 milioni di euro: la maggior parte di questi ricavi è determinata dal contratto stipulato nel 2011 con la Nike, che si è impegnata ad assegnare annualmente alla federazione francese ben 40 milioni di euro. Molte altre aziende hanno deciso di legare il proprio brand a quello della nazionale di Deschamps: alcune multinazionali (tra cui Crédit Agricole, Carrefour e GDF Suez) sono state attratte da valori quali la gioventù e la coesione del gruppo mostrati negli ultimi mesi dalla squadra e reputati un ottimo veicolo di propaganda anche a livello di mercato nei confronti della clientela, mentre delle realtà minori come piccole imprese o startup hanno scelto di puntare sull’Equipe de France per iniziare a guadagnare delle quote di mercato entro i confini nazionali. Alcuni di queste partnership sono in scadenza e con ogni probabilità al momento della ricontrattazione per il quadriennio 2014-2018 i vertici federali avranno diverse nuove carte da giocarsi per spuntare accordi ancor più convenienti. 

    I vantaggi si estendono anche a tante altre aziende collegate in maniera diretta o indiretta con i risultati ottenuti da Pogba e compagni. Si pensi innanzitutto alle imprese del settore sportivo: la Nike sta mettendo a frutto l’importante accordo di cui abbiamo parlato in precedenza grazie ad un forte incremento delle vendite delle magliette della squadra e di ogni altro tipo di prodotto legato ai Bleus. I dati evidenziano come nei soli tre mesi precedenti l’avvio dell’avventura brasiliana le vendite siano state superiori a quelle realizzate nell’intero anno 2010 coincidente con i mondiali sudafricani (fortemente negativi per la squadra allora allenata da Domenech). Grandi affari sono stati realizzati anche dai rivenditori di bandiere tricolori (si calcola ne siano state vendute circa 100 mila unità sul territorio nazionale e 25 mila all’estero), dalle agenzie di scommesse (secondo le elaborazioni sono state effettuate giocate per circa sei milioni di euro), dalle aziende operanti nel settore degli elettrodomestici (sono andate a ruba le macchine per pop-corn) e dei tv color (venduti con un aumento del 30% rispetto all’anno precedente). Molti tifosi francesi si sono poi ritrovati nei pub per seguire insieme le partite, consentendo ai ristoratori di realizzare affari d’oro con birre e hamburger (+50% rispetto ai mesi precedenti). Nel business dei mondiali di calcio a tinte bianco rosse e blu non potevano infine mancare le agenzie di viaggio e i tour operator, che hanno avuto molto lavoro per accontentare gli oltre ventimila francesi partiti alla volta di Rio de Janeiro per stare al fianco dei propri giocatori.

    Affari allargati dunque a gran parte della sfera del tessuto socio-economico, in attesa di replicare tra due anni in vista degli europei che si svolgeranno nel territorio francese.

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