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Diritto in gol: le ultime sul Fair Play Finanziario

Diritto in gol: le ultime sul Fair Play Finanziario

Calciomercato.com ha chiesto all’Avv. e Agente Fifa Jean-Christophe Cataliotti, esperto di diritto calcistico e titolare dei corsi di Reggio Emilia per osservatori di calcio e agenti dei calciatori (per info si rimanda al sito www.footballworkshop.it), e al Dott. Tommaso Fabretti, laureato in Economia e Management presso l’Università Politecnica delle Marche, di analizzare le ultime novità in materia di Fair Play Finanziario discusse pochi giorni fa al Convegno di Nyon.

Approfittando dell’ultima pausa dei campionati determinata dalle partite delle nazionali, lo scorso 13 ottobre si è tenuto a Nyon un importante meeting tra i vertici della Uefa ed i rappresentanti dei principali club europei. L’oggetto della discussione è stato il Fair Play finanziario: in particolare, sono stati analizzati i risvolti attuali del panorama del calcio continentale e sono state ipotizzate alcune possibili novità da applicare al regolamento che le società sono chiamate a rispettare in materia di bilanci e vincoli gestionali.
 
Tramite il progetto del fair play finanziario, approvato nel settembre 2009, la Uefa sta tentando di porre rimedio alla moda sempre più dilagante delle spese multimilionarie compiute sul mercato trasferimenti dai paperoni del pallone. L’obiettivo principale che il “FPF” impone a tutte le società che disputano le coppe europee è la cosiddetta “Economic Rationality”: i club sono cioè chiamati ad effettuare delle spese massime in base a quelli che sono i loro introiti, senza compiere il classico “passo più lungo della gamba” che possa mettere a repentaglio la loro sopravvivenza, oltre che l’equilibrio e la credibilità dell’intero sistema calcio.

Il FPF ha posto dei vincoli sia di carattere gestionale che di carattere contabile, proviamo brevemente a riassumerli. Per quanto riguarda i vincoli gestionali, la Uefa richiede ai club la presentazione di un business plan che abbia delle basi solide, articolato su ampie strategie attuabili nel medio-lungo termine che puntino alla realizzazione di utili attraverso i quali finanziare l’attività del club. La Uefa impone poi di stanziare delle somme per il miglioramento delle infrastrutture, nell’ottica di un sostanziale miglioramento degli stadi e dei centri di allenamento per i giovani.

Per quanto riguarda i bilanci (la parte più sostanziosa dell’intero regolamento), le società devono rispettare il vincolo del punto di pareggio, cioè sono chiamate a rientrare annualmente delle proprie spese per non sforare rischiando poi di registrare un pesante deficit. Attualmente il regolamento impone che la soglia massima di perdita consentita ai club su base triennale (che deve essere regolarmente coperta dagli azionisti) sia di 45 milioni di euro totali, per arrivare poi dal 2018 a registrare un deficit annuale massimo consentito di soli 5 milioni con penalità varie per i club che non si mettono in regola.

Sulla base di questi regolamenti, nei mesi scorsi gli inglesi del Manchester City ed i francesi del Psg sono finiti nell’occhio del ciclone ed hanno subito delle pesanti multe per aver accumulato degli eccessi passivi di bilancio. Tuttavia, i dirigenti delle due società hanno fatto presente ai vertici Uefa il fatto che i loro club, nonostante i forti investimenti compiuti, non presentano esposizioni debitorie nei confronti delle banche, (un particolare di non poco 
conto nel mondo calcistico attuale) ed hanno chiesto una revisione dei principi su cui si basa appunti il FPF.

Le novità di cui si è discusso durante il convegno di Nyon, e che verranno approfondite nei prossimi mesi, riguardano sia il periodo di valutazione dei conti dei club sia, come accennato, la situazione debitoria delle singole società, fino ad oggi un elemento ritenuto di secondaria importanza dal FPF. Per quanto concerne il periodo di valutazione, City e Paris SG hanno proposto di passare da un arco di tempo triennale (ritenuto troppo breve) ad uno decennale, a loro parere una tempistica più congrua per mettere a frutto gli investimenti effettuati ed arrivare così a pareggiare le spese e sistemare i bilanci. Per quanto riguarda la posizione debitoria a cui sono sottoposte le diverse società europee, viene chiesto che venga posto un limite massimo all’indebitamento affinché il mercato non risulti in questo senso “drogato” e affinché i club non finiscano per diventare una sorta di “schiavi” degli istituti di credito. Si pensa che, qualora una simile misura diventasse effettiva, alcuni grandi club potrebbero ritrovarsi in seria difficoltà, tra cui le big spagnole ed il Manchester United, che fanno da tempo un massiccio 
ricorso al capitale esterno.

Il processo per arrivare ad una regolamentazione che soddisfi tutte le componenti del sistema calcistico europeo è solo all’inizio, e la rivisitazione dei parametri del FPF si annuncia piuttosto complessa.

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