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  • Djokovic, 'l'umanoide' no vax: ha preso a ceffoni tutti quelli che muoiono perché non possono avere il vaccino

    Djokovic, 'l'umanoide' no vax: ha preso a ceffoni tutti quelli che muoiono perché non possono avere il vaccino

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    Impenitente e anche impunito. Novak Djokovic è partito per l'Australia dove parteciperà al primo Grande Slam del nuovo anno. Scenderà in campo malgrado il suo status di non vaccinato contro il virus che sta decimando l’umanità (anche se ora il governo del Commonwealth chiede prove accettabili che giustifichino l'esenzione per entrare all'interno dei confini, altrimenti lo metterà su un volo di ritorno). La sua è stata una scelta consapevole fin da subito e portata avanti con minuziosa testardaggine. “Piuttosto smetto di giocare” aveva detto un anno fa. Poi, strada facendo, si è beccato il Covid e lo ha trasmesso a moglie e figli. Sono tutti guariti, ma lui non ha cambiato idea.

    Lo hanno fatto, invece, e i responsabili della Sanità australiana i quali prima avevano stabilito che il giocatore serbo non avrebbe potuto partecipare all’ATP se prima non si fosse sottoposto alla vaccinazione e che successivamente hanno rinnegato loro stessi prendendo per buona la lettera di giustificazione redatta dal campione e dal suo staff medico. I motivi che hanno spinto a questa bizzarra marcia indietro non sono stati resi noti. Fatto è che il “no vax” più celebre del mondo, a differenza di altri suoi colleghi meno famosi e meno capaci, sarà della partita.

    Una decisione molto imbarazzante proprio nel momento in cui la pandemia sta nuovamente dilagando e colpendo duro. Al momento sono quasi sei milioni i morti per Covid nel mondo. Cifra destinata a raddoppiare se non verrà usata a tappeto e capillarmente l’arma del vaccino. Ma il problema sta proprio qui e va addirittura oltre il pensiero antiscientifico e medioevale dei negazionisti. I Paesi più poveri o meno ricchi del pianeta i vaccini non li hanno proprio se non in dosi ridicole perché anche in questo caso la storia è quella del pollo che non viene mai diviso equamente tra i commensali.

    Ebbene, si ricordi Djokovic insieme con tutti quelli come lui che i vaccini da loro rifiutati potrebbero salvare le vite di coloro che moriranno perché non possono riceverli. Il numero uno al mondo probabilmente, essendo un “umanoide” creato in laboratorio, non ne ha bisogno. Ma questo non significa che debba prendere a schiaffi, con un messaggio orribile, chi ha il diritto di vivere.

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