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  • Dodici gol in due, i simboli del derby Ibra e Lukaku faccia a faccia un mese dopo: cosa succederà?

    Dodici gol in due, i simboli del derby Ibra e Lukaku faccia a faccia un mese dopo: cosa succederà?

    • LF
    They're back, dopo nemmeno un mese. Ventisei giorni dopo il derby di coppa Italia, Milan e Inter tornano a sfidarsi. Lo fanno in una Stracittadina carica di tensione e dove la posta in palio profuma d'altri tempi. Lo fanno, inoltre, arrivando da due periodi leggermente diversi. Perché l'Inter corre, ha messo quella freccia attesa da tutti per il sorpasso sui cugini ed è completamente riposata dopo una settimana di lavoro. Il Milan, invece, arriva dalla debacle di La Spezia e dall'amaro (e dispendioso) pareggio di Belgrado. Ciò che resta uguale e accomuna le due formazioni, invece, è l'importanza dei loro leader. Ibra e Lukaku, tanto differenti quanto fondamentali per Pioli e Conte.

    UOMINI DERBY - Che, alla vigilia, si sono schierati con i rispettivi bomber. "Tra i due mi tengo Ibra, tutta la vita" riecheggia da Milanello; "Lukaku a Sanremo come Ibra? C'è da cantare domani a San Siro" è invece ciò che emerge da Appiano. Gli uomini copertina sono, inevitabilmente, loro: lo dicono i numeri, ma non solo. Le statistiche parlano di sette derby giocati dallo svedese con la maglia del Milan: tre vittorie, quattro sconfitte e otto gol segnati, compresa la doppietta dell'andata che mise il turbo ai rossoneri. Il belga, invece, non ha mai fallito l'appuntamento: sempre in gol nei quattro precedenti. Doppia vittoria l'anno scorso, ko quest'anno in campionato ma successo in coppa Italia. 

    FACCIA A FACCIA - Negli occhi, però, c'è ancora quello scontro di ventisei giorni fa. Un faccia a faccia goliardico, che non ha risparmiato frecciate e qualche frase di troppo. Episodi da campo, che hanno contribuito ad alzare adrenalina e tensione di un frame diventato murale fuori da San Siro. C'è curiosità, allora, per capire cosa succederà in campo. Perché i due hanno evitato di parlare e commentare quei gesti, Ibra si è limitato a precisare che per il razzismo, nel suo mondo, non c'è spazio. L'augurio, allora, è che (anche) questa volta a parlare siano i gol. Solo i gol, in una sfida tra titani che torna, finalmente, a valere lo scudetto. 
     

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