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  • Donnarumma: 'Il Milan è una famiglia per me, non c'è alcun problema con i tifosi. Su PSG, Nazionale e Mondiali...'

    Donnarumma: 'Il Milan è una famiglia per me, non c'è alcun problema con i tifosi. Su PSG, Nazionale e Mondiali...'

    Gigio Donnarumma, portiere del Paris Saint Germain e della Nazionale, nonché fresco vincitore del Premio Yashin come miglior portiere del 2021 a livello internazionale, si confessa in un'intervista a France Football. 

    IL TRASFERIMENTO DAL MILAN AL PSG - "Era un pezzo che il PSG mi seguiva, era quasi scritto che venissi a Parigi, non ho avuto la minima esitazione. Mi ha conquistato la loro volontà feroce di ingaggiarmi, di farmi sentire che volevano assolutamente che entrassi nella famiglia. E, ovviamente, mi ha sedotto l'ambizione del club, questa voglia di vincere tutto".

    IL MILAN E I TIFOSI - "Una grossa emozione, per gli 8 anni trascorsi in rossonero. E' una famiglia per me, ma il Milan ha fatto le sue scelte, io le mie, ma non c'è alcun problema con la società, i miei ex compagni, i tifosi. Porto tutti nel mio cuore".

    LA NAZIONALE E GLI SPAREGGI MONDIALI - "La qualificazione diretta ci è sfuggita a Belfast, ma avremmo dovuto chiudere il discorso molto prima. Il problema? Dopo il nostro titolo europeo, è normale che tutti diano il 120% contro di noi. E avremmo probabilmente meritato di vincere sia all'andata che al ritorno contro la Svizzera. Ma non serve a niente ripensarci. Bisogna guardare avanti. Sono certo che riproponendo la forza collettiva messa in mostra agli Europei, andremo ai mondiali. Ricarichiamo le batterie e presentiamoci carichi agli spareggi. Con l'aiuto del mister, di tutto il suo staff, del gruppo e con il sostegno di tutta l'Italia, andremo in Qatar". 

    SUL RIGORE DECISIVO DEGLI EUROPEI - ​"Quando ho parato il rigore di Saka, sono rimasto un attimo immobile. Non perché avessi perso il conto dei rigori segnati e mancati, ma perché ero concentrato sulla regola che ci costringe a tenere i piedi sulla linea e ho guardato l'arbitro. Perché c'è sempre il fischio che lo faccia ritirare. Ho pensato 'aspetta un secondo prima di esultare...' ma quando ho visto che non batteva ciglio e che i compagni correvano verso di me, mi sono liberato, ho lasciato esplodere la mia gioia, immensa". 

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