Dopo Blatter, Maradona è megli'e Platini?
Si apre la successione. In corsa anche un’inedita coppia d’attacco, due mostri sacri del calcio: la discontinuità dirompente di Maradona “versus” l'arguzia diplomatica di Platini.
L'argentino è rivoluzionario nell'animo, pur se talora tacciato di eccessivo populismo; i suoi ideali non saranno quelli solidi e genuini del Che, ma certo non usa mezzi termini quando definisce Blatter “un ladro”. Non è il coraggio che manca a Maradona. Epiche le sue sparate contro il palazzo, le accuse da molti considerate folli a Julio Grondona, reo a suo dire di aver venduto l'Argentina nella finale di Italia '90. “Disse ‘siamo arrivati fino a qui’ nel senso che non c’era più nulla da fare. Io risposi: ‘domani in questo stadio io darò la vita e lei non sarà mai in grado di dirmi cosa fare in campo ’. Ci aveva tradito, ci aveva consegnato come hanno fatto i cileni con noi alle Malvinas”. Scomparso a Luglio 2014, il grande burattinaio del calcio argentino e' stato tirato in ballo da imbarazzanti intercettazioni: “non mi sorprende niente di tutto ciò, tutti sapevano che con il viejo si lavorava così, le cose si dovevano fare con la gente che proponeva lui”. Dall'olimpo al baratro, andata e ritorno, Diego è continuamente in viaggio tra latitudini e longitudini della natura umana. Non ha mai smesso di sognare un mondo migliore, prima dipingendolo col mancino, adesso rivendicandolo con i suoi attacchi al potere, per affrancare il gioco dal signoraggio restituendolo agli appassionati. Maradona divide.... anzi, spacca.... gli eccessi che mettono in fuga conservatori e benpensanti esaltano invece quanti anelano riscatto sociale. Romantico idealista e rivoluzionario, per indole comportamentale non sempre all'altezza dell'indiscussa sua genialità calcistica. Viceversa Le Roi Michel è incline a cambiare il sistema dall'interno, non disdegnando all'occorrenza l'appoggio e l'amicizia di Blatter, come nel 2007 per la corsa alla presidenza UEFA. Il rischio “gattopardesco”, neanche a dirlo, è divenire parte di quello stesso establishment. Scaltro e sferzante, con la battuta sempre pronta . All'avvocato Agnelli, convinto a ragione che le sigarette non agevolassero le performance del francese, replicò che la questione non era se o quanto lui fumasse, piuttosto che non fosse Bonini a cadere nel vizio, dovendo correre anche per lui. Oggi però il tempo delle battute è finito, la lotta al sistema corruttivo impone azioni concrete e svolte efficaci, un passo più deciso rispetto alle blande riforme progressiste del fair play finanziario, dell'accesso alla Champions allargato ai club dei paesi più deboli. L'innalzamento del montepremi in Europa va in senso diametralmente opposto, accentuando il dislivello tra “habitué” della competizione e frequentatori occasionali. Per Maradona il francese suole fiutare il vento prima di prender posizioni sconvenienti. Un colpo al cerchio, uno alla botte: chiede che il colonnello faccia un passo indietro ed al contempo sostiene di non essergli ostile. "Blatter è come l'ombra: se la segui, ti sfugge; se la fuggi, ti segue", aderendo ad una felice metafora.
Le presunte dimissioni assumono già contorni sfocati.....o meglio... “rimessione del mandato al congresso”, ad essere pignoli...sofismi dialettici di una vecchia volpe.
Anni di indagini, intercettazioni, pedinamenti e registrazioni lasciano immaginare che l'FBI abbia già in mano la pistola fumante, specie in seguito all'abolizione del segreto bancario svizzero.......
Il cerchio si stringe: “Signor Blatter, lei ha mai preso una tangente?”