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  • Dopo Juve e Inter il Verona blocca l'Atalanta: Gasperini beffato dall'ex Pessina, Champions solo rimandata

    Dopo Juve e Inter il Verona blocca l'Atalanta: Gasperini beffato dall'ex Pessina, Champions solo rimandata

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Gasperini lo sapeva, la partita di Verona sarebbe stata una delle più complicate per l’Atalanta. E così è stato. L’uno a uno finale era un risultato aderente allo sviluppo e alle occasioni della gara. L’Atalanta ha attaccato, è passata in vantaggio, ma il Verona non ha mai mollato, ha creato pericoli almeno quanti la sua avversaria, che non è ancora certa matematicamente della qualificazione in Champions ma lo sarà presto. Del resto, nel suo stadio la squadra di Juric ha battuto la Juventus e ha fermato l’Inter prima dell’Atalanta: il suo calcio aggressivo è un problema per tutti. Sono stati 90' divertenti, tant’è vero che fra i migliori troviamo i due portieri. Ma ancora una volta la super-partita è stata di Sofyan Amrabat, padrone assoluto del centrocampo.

    LE VARIAZIONI - Aveva cambiato poco Juric (in tribuna per squalifica), aveva cambiato quasi tutto Gasperini rispetto al 6-2 sul Brescia. Tanto per cominciare quasi l’intera linea difensiva, portiere compreso, fuori Sportiello, Sutalo e Caldara, dentro Gollini, Toloi e Palomino; metà centrocampo, Hateboer e Freuler al posto di Castagne, De Roon e Tameze, con Pasalic che dalla linea offensiva è arretrato grazie al rientro di Gomez. Per Juric, invece, solo il futuro napoletano Rrahmani che ha rilevato l’infortunato Kumbulla e, a sorpresa, invece di Di Carmine il giovanissimo Salcedo che ha dato ragione alla scelta del suo allenatore.

    10 MARCATURE A UOMO - Atalanta e Verona, seppure a livelli e con ambizioni diverse, sono considerate le squadre del futuro del calcio italiano, ma se davvero è così lo fanno basandosi su un calcio che molti, sbagliando, considerano passato: la marcatura a uomo. Per effetto delle simili impostazioni, in questa partita ci sono stati 10 duelli diretti. Eccoli, con i risultati finali: Günter-Zapata (vittoria netta del colombiano, errore imperdonabile del difensore sul gol), Rrahmani-Gomez (più presente il kosovaro, ha partecipato anche all’azione dell’1-1, mentre il Papu si è visto solo nella seconda metà della ripresa), Empereur-Malinovskyi (forse il duello meno stretto, con leggerissima prevalenza dell’ucraino), Faraoni-Gosens (a tutta fascia, senza pause: ha convinto di più il veronese), Veloso-Freuler (più evoluta la regìa del portoghese), Amrabat-Pasalic (la sfida più bella, vinta dal marocchino), Lazovic-Hateboer (si è notato pochissimo il serbo, meglio l’atalantino), Palomino-Salcedo (da preferire il giovane attaccante), Toloi-Zaccagni (più deciso il difensore che poi ha trovato qualche difficoltà in più con Borini nella ripresa) e Djimsiti-Pessina (più deciso il difensore nel primo tempo, ma poi il veronese lo batterà sul gol).

    LE CONOSCENZE - Avendo la stessa natura, l’Atalanta conosceva prima le mosse del Verona e viceversa. In una partita così era difficile immaginare una sorpresa e si pensava che alla lunga avrebbe preso il sopravvento l’unico aspetto in cui le due squadre erano davvero differenti, la tecnica, ovviamente a favore della squadra di Gasperini. In realtà, questa diversa qualità è emersa in una sola azione, la più bella: lavoro raffinato del sinistro di Malinovskyi, palla a Zapata, tacco-assist del colombiano per Pasalic che davanti a Silvestri si è fatto deviare il tiro in angolo. Nei primi 45' è mancata la precisione di Gomez, tant’è vero che proprio il suo diretto avversario, Rrahmani, ha avuto sul piede la palla dell’1-0 (tiro alto) e anche in questo caso dopo un attacco fatto con i tempi giusti, avviato da Veloso e arricchito da una triangolazione del portoghese con Salcedo.

    GLI ERRORI E I GOL - L’Atalanta ha segnato dopo 5' del secondo tempo grazie a un errore incredibile di Günter che, in avvìo d’azione, senza alcuna pressione, ha controllato di tacco invece che di interno un passaggio semplice, corto e laterale. Zapata si è avventato sul pallone, ha resistito col suo fisico massiccio al ritorno di Günter e di sinistro ha infilato Silvestri. In vantaggio, l’Atalanta ha rallentato e il Verona accelerato. Il pareggio è arrivato dopo appena 6' di efficace pressione. Il cross di Lazovic è stato girato di testa da Günter (che in questo modo si è riscattato, seppure in parte, dell’errore sulla rete nerazzurra), sventola dal limite di Rrahmani, respinta di Gollini, tap-in dell’ex e futuro atalantino Pessina, con i difensori di Gasperini (che si infurierà non poco) piantati per terra.

    OCCASIONI A RAFFICA - Sull’1-1, anziché addormentarsi la partita è esplosa e sono arrivate occasioni da gol da una parte e dall’altra. Decisivi i due portieri, Gollini due volte su Salcedo, Silvestri su Gomez e Zapata. Nella sfilata dei cambi della ripresa ha trovato posto anche Matteo Lovato, classe 2000, che ha fatto il suo debutto in Serie A incollandosi a Zapata: se l’è cavata bene, ma come esordio gli poteva capitare anche qualcosa di meno impegnativo.


    IL TABELLINO

    Reti: 50' Zapata (A), 59' Pessina (V)

    Verona (3-4-2-1): Silvestri; Rrahmani, Gunter (82' Lovato), Empereur; Faraoni, Veloso, Amrabat, Lazovic (73' Dimarco); Zaccagni (46' Borini), Pessina; Salcedo (73' Di Carmine). All. Juric

    Atalanta (3-4-2-1): Gollini; Toloi, Palomino (69' Caldara), Djimsiti; Hateboer, Freuler (79' de Roon), Pasalic, Gosens (69' Castagne); Malinovskyi (79' Muriel), Gomez; Zapata. All. Gasperini

    Ammoniti: Amrabat (V), Hateboer (A), Pessina (V), Toloi (A)

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