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  • Doppio tampone negativo, così la quarantena di chi torna dall'estero si dimezza: la Juve è pronta

    Doppio tampone negativo, così la quarantena di chi torna dall'estero si dimezza: la Juve è pronta

    • Nicola Balice
    Doppi i tamponi, dimezzati i tempi di isolamento. Sono quattordici i giorni di isolamento fiduciario che devono far trascorrere le persone di rientro in Italia dall'estero in questa fase di emergenza sanitaria. Leggendo tutti i decreti legge, scappatoie o deroghe non ce ne sono, per un imprenditore come per un calciatore. Poi però ci sono delle prassi applicative che permettono di ridurre i tempi. È necessario poterselo permettere, si intende. È già successo circa un mese fa, quando i vari Douglas Costa, Gonzalo Higuain, Sami Khedira e Miralem Pjanic hanno potuto ottenere il permesso a lasciare l'Italia nonostante non fossero trascorsi i quattordici giorni dall'ultimo contatto con Daniele Rugani, primo calciatore italiano positivo al Covid-19, l'11 marzo: avendo già ottenuto l'esito negativo al secondo tampone, ecco ottenuta l'autorizzazione a interrompere l'isolamento domiciliare in anticipo. Percorso inverso a livello logistico, stessa prassi in arrivo: potendo effettuare i controlli necessari possono bastare tra i cinque e i sette giorni tra un tampone e l'altro in caso di doppia negatività per ottenere l'autorizzazione dai responsabili sanitari per interrompere in anticipo le due settimane di quarantena previste dai decreti legge. Ed anche è su questa base, potrebbe valere per tutti, che la Juve attende prima di imporre convocazioni ai tesserati pure se attualmente all'estero (erano nove, sono otto dopo il ritorno di Pjanic a Torino).

    ETICAMENTE. Formalmente, non c'è il minimo dubbio riguardo al fatto che tutto venga fatto in maniera corretta e trasparente. Eticamente, non mancheranno le polemiche nel caso in cui questa prassi teorica dovesse diventare realtà. Perché ancora oggi ci sono milioni di italiani che non sanno quando e se potranno fare il tampone, basta questo per riaprire l'eterna lotta tra chi può e chi non può. Anche se, in difesa non solo della Juve ma di tutto il sistema calcio che si appresta a vivere la propria fase due grazie a una corsia privilegiata per effettuare tutti i test e i controlli necessari, già negli scorsi giorni erano arrivate le parole del professor Giovanni Di Perri, infettivologo e direttore del Dipartimento clinico malattie infettive presso l'Università di Torino. Interrogato sul sistema chiuso necessario per far ripartire il calcio e sulle possibili polemiche in arrivo, aveva risposto così: “Ora la disponibilità è ristretta, è vero, ma in tempi brevi ci saranno nuove possibilità. Poi ritengo che se facciamo il tampone a venti squadre di serie A non priviamo niente a nessuno. La Cina è ripartita, la disponibilità di prodotti e reagenti crescerà nell'immediato futuro”.

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