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  •  Doveva finire all'Inter, ora Dzeko è il simbolo di una Roma senza identità

    Doveva finire all'Inter, ora Dzeko è il simbolo di una Roma senza identità

    • Enrico Maida
      Enrico Maida
    La Roma gioca dieci minuti da grande squadra e tanto le basta per archiviare la batosta con l’Atalanta. Il segno è ancora quello di Dzeko, 92 gol con la maglia giallorossa, l’attaccante che doveva finire all’Inter invece diventa ormai l’uomo simbolo di una squadra che non ha ancora un’identità precisa.

    Fonseca concede un turno di riposo a Fazio varando un tandem centrale difensivo inedito: Mancini e Smalling provano a trovare la quadratura del cerchio. In attacco si rivede Kluivert e torna titolare Mkhitaryan . Spazio anche per Diawara. L’unico che non riposa mai è Dzeko. Quanto a Liverani, dopo i quattro gol incassati dall’Inter e i quattro gol incassati dal Napoli, deve avere perso il sonno per inventare qualcosa di buono. Il risultato di tante riflessioni è stato un Lecce ordinato e attento, tutto orgogliosamente chiuso nella sua metà campo, rigorosamente dietro la linea del pallone.

    Il risultato è stata una partita a senso unico con il paradosso che, fatti i conti, la Roma ha tenuto la palla e il Lecce, ripartendo in contropiede con Babacar e Mancosu, ha messo in frigo le occasioni più concrete. La Roma ha protestato senza troppa convinzione per un fallo di mano di Lucioni, che per la verità meritava maggiore attenzione dal Var, ma non è quasi mai riuscita a impaurire il Lecce. L’unico che ha provato a sparigliare le carte è stato Kluivert, che ha spesso imperversato sulla fascia destra. Un colpo di testa di Mancini su angolo di Pellegrini, è stato l’unico brivido: Calderoli ha respinto alla meglio, sostituendosi a Gabriel.

    Nel secondo tempo la musica è cambiata. La premiata ditta Dzeko-Micky è salita in cattedra costruendo tre occasioni da gol nel giro di dieci minuti. Sull’ultima l’affondo di Micky sulla destra è stato latte e miele per Dzeko che ha firmato il vantaggio con il solito colpo di testa. Liverani ha provato a mescolare la pietanza richiamando il suo capitano Mancosu per aumentare la stazza offensiva con Shakov, un ucraino che con il Paok aveva mostrato buone potenzialità.

    La Roma potrebbe chiudere la pratica quando Lucioni, così come era accaduto nel primo tempo, intercetta con la mano un tiro di Dzeko. Rigore senza bisogno del Var ma l’infallibile Kolarov si scopre fallibile esaltando le virtù di Gabriel, che salva la porta e riapre le speranze dei leccesi. Zaniolo e Cristante sostituiscono Pellegrini, ammaccato, e Mkhitaryan, bollito. Zaniolo trova tempo e modo per irritare Fonseca quando si produce in una galoppata senza freni ma sul più bello si allunga il pallone che Kluivert attendeva solo soletto davanti alla porta vuota. Ma contavano solo i tre punti e quelli, bene o male, sono arrivati.






    IL TABELLINO


    Lecce-Roma 0-1 (primo tempo 0-0)

    Marcatori: 11' s.t. Dzeko

    Assist: 11' s.t. Mhkitaryan

    Lecce (4-3-1-2): Gabriel; Rispoli, Lucioni, Rossettini, Calderoni; Petriccione, Tachtsidis (17' s.t. Imbula), Majer; Mancosu (6' s.t. Shakhov); Falco, Babacar (30' s.t. La Mantia). All. Liverani

    Roma (4-2-3-1): Pau Lopez; Florenzi (32' s.t. Spinazzola), Smalling, Mancini, Kolarov; Diawara, Veretout; Kluivert, Pellegrini (25' s.t. Zaniolo), Mhkitaryan (41' s.t. Cristante) ; Dzeko. All. Fonseca

    Arbitro: Abisso di Palermo

    Ammoniti: 18' p.t. Pellegrini (R), 25' p.t. Mhkitaryan (R), 3' s.t. Smalling (R), 34' s.t. Lucioni (L), 49' s.t. Cristante (R)

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