Calciomercato.com

  • Due anni senza Davide Astori, il capitano buono che parlava al cuore: il ricordo di Commisso

    Due anni senza Davide Astori, il capitano buono che parlava al cuore: il ricordo di Commisso

    • Iacopo Nathan
    Il 4 marzo non sarà mai un giorno come gli altri, sicuramente non lo è più dal 2018. Quel giorno, precisamente due anni, moriva Davide Astori, e con lui si spezzava una parte di cuore di migliaia di persone, sia tifosi della Fiorentina che non. Con Davide se n’è andato un cavaliere gentile, un padre buono e un lottatore sincero, una persona che non aveva paura a metterci la faccia quando serviva. Infatti ce l’aveva messa anche la domenica prima, la Fiorentina aveva perso in casa per 1-4 contro l’Hellas Verona, con una tripletta di un giovane Moise Kean, e il numero 13 viola si era presentato in zona mista, parlando con sincerità ai media, con quello sguardo che rassicurava tutti. Perché se gli occhi sono lo specchio dell’anima, quella di Davide si vedeva bene, ed era candida e sincera.

    RICORDO - Davide ci ha lasciato nella sua stanza di albergo ad Udine, prima di una gara tra Fiorentina e friulani, e fa quasi sorridere il fatto che si stia discutendo se giocare proprio in questo weekend la stessa partita, anche se realmente non se n’è mai andato. Nello spogliatoio della Fiorentina il suo posto c’è ancora, così come la sua maglia numero 13, numero che nessuno potrà più indossare e che tanti compagni hanno deciso di tatuarsi, e lo speaker del Franchi lo chiama sempre, prima di ogni gara casalinga. I tifosi al minuto tredici di ogni gara intonano il coro per il loro capitano, e la sua faccia è presente in curva Fiesole in una grande bandiera. La grandezza di Astori stava nella sua semplicità, la grande genuinità di un uomo che sapeva come regalare un sorriso a tutti, un grande capitano, oltre che un giocatore che quella mediocre Fiorentina forse non meritava.

    PER SEMPRE - Davide però aveva scelto di rimanere in viola, e la sua fascia da capitano ancora oggi viene portata con orgoglio ed emozione da coloro che hanno avuto la fortuna di percorrere un tragitto, purtroppo breve, della propria esistenza con lui. Per tutti quei giocatori non deve essere facile giocare in questo weekend, ma saranno pronti a dare il massimo soprattutto per Davide, perché lui avrebbe voluto così. La lettera che Milan Badelj scrisse in occasione del funerale di Astori, rimane a tutt’oggi la testimonianza più forte di quello che il numero 13 ha simboleggiato, e non c’è un messaggio migliore per ricordarlo, ora e per sempre: “Tu parlavi la lingua universale del cuore. I tuoi genitori non hanno sbagliato una virgola con te, sei il figlio e il fratello che ognuno vorrebbe avere se potesse scegliere. E sei il miglior compagno di squadra che ognuno vorrebbe avere. Tu non sei come gli altri. Tu sei il calcio, quello vero, quello puro dei bambini”. 

    Il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso: "In questa giornata ricordiamo Davide Astori, il nostro Capitano. Non ho avuto la fortuna di conoscere questo ragazzo, ma tutti quelli che mi hanno parlato di lui hanno avuto sempre parole eccezionali nei suoi confronti. Oggi il mio pensiero va alla sua famiglia, ai suoi cari, ai suoi compagni di squadra, ai suoi amici, ai tifosi e a tutti coloro che hanno pianto e si sono commossi per la tragica scomparsa di Davide. La Famiglia Viola ricorderà per sempre il suo Capitano". 
     

    Altre Notizie