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  • Due certezze per il futuro: attenta Inter, perseverare è diabolico

    Due certezze per il futuro: attenta Inter, perseverare è diabolico

    • CM
    A San Siro Inter e Roma non si sono fatte male, ma hanno mostrato ai 60 mila paganti parte di passato, presente e futuro: Spalletti e Nainggolan da una parte; Juan Jesus, Zaniolo dall’altra. E poi Dzeko, che a fine anno saluterà, forse seguendo quel tratto di A1 che ormai è divenuto così frequente tra nerazzurri e giallorossi.

    ZANIOLO-NAINGGOLAN - Sotto i riflettori ci sono finiti Zaniolo e Nainggolan. Era inevitabile, per tutto ciò che ha raccontato la loro storia. Per l’inaspettata e improvvisa esplosione del classe ’99 e per l’altrettanto inatteso e brusco crollo del Ninja, tristemente offuscato. Chissà che in realtà si trovi esattamente dove non vorrebbe essere, convinto più da Spalletti e dal suo ex club (che aveva ormai deciso di venderlo) che dal desiderio di provare nuove esperienze. Un’intera stagione scivolata via così, tra alti e bassi, ritardi e multe, infortuni e stop. Qualche gol e qualche assist, la parvenza che se solo volesse potrebbe decidere le sorti dell’Inter, ma anche la malinconica convinzione che potrebbe non tornare mai più quello di un tempo. Al Meazza insieme a lui si è squagliato anche Zaniolo, che però in stagione ha dato ben altri segnali, costringendo Spalletti a trovare motivazioni un po’ arrangiate per motivare la sua cessione: “Ci servivano calciatori pronti”. Hanno sbagliato valutazione, hanno sbagliato scelta. Hanno sbagliato tutto.

    DZEKO-ICARDI - Sul prato del Meazza anche Dzeko e Icardi, l’attualità e forse il futuro, anche in questo caso un po’ azzardando. Perché il presente è un classe ’93 e il futuro potrebbe essere un classe ’86. Sicuramente valido, ma anche lui sulla stessa scia di Nainggolan: più integro e meno avvezzo ai lussuriosi svaghi, ma con una fiamma che non scalda più. Sbagliare è umano, perseverare potrebbe risultare diabolico, Spalletti credeva di riattizzare il fuoco di Nainggolan, serva da esempio. Anche se a Milano resistono due convinzioni su tutte: la prima è che Icardi deve partire, la seconda è che Lautaro ha bisogno di una spalla che gli apra spazi. Dzeko piace molto e ieri ha mostrato il suo potenziale. Ma sarebbe un altro rischio.

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